Prima udienza in Corte d’assise del processo Stasi: omicidio aggravato e spaccio di droga

È stata celebrata quest’oggi (martedì 16 gennaio) dinanzi alla Corte d’assise di Brindisi – presidente Maurizio Saso, a latere Simone Orazio – la prima udienza del processo scaturito dall’omicidio del 19enne Paolo Stasi, freddato con due colpi di pistola il 9 novembre 2022, dopo le 17,30, sotto casa sua in via Occhibianchi a Francavilla Fontana.

Il suo esecutore materiale sarebbe stato l’allora 17enne Luigi Borracino (reo confesso, difeso dall’avvocato Maurizio Campanino), ma all’esecuzione avrebbe partecipato anche il 22enne Christian Candita (difeso dall’avvocato Michele Fino).

In questo processo Borracino risponde solo di reati in materia di stupefacenti, mentre per l’omicidio è imputato dinanzi al Tribunale per i minori di Lecce. Tra gli indagati per droga anche la madre di Stasi, Nunzia D’Errico, difesa dall’avvocato Francesco Monopoli. Le parti civili – il papà di Paolo, Giuseppe Stasi, la sorella Vanessa e la stessa mamma – si sono costituite con l’avvocato Domenico Attanasi.

Alla sbarra anche la 26enne Marirosa Mascia, la 22enne Sara Canovari e il 41enne Cosimo Candita (le prime due erano in aula, il terzo no) tutti francavillesi e difesi dall’avvocato Fino. Quest’ultimo ha chiesto l’abbreviato per Christian Candita, ma l’istanza è stata rigettata in quanto il reato contestato al presunto concorrente nell’omicidio, aggravato dai futili motivi, è punito col massimo della pena.

Si è poi discusso più che altro di aspetti tecnici inerenti il procedimento (come l’utilizzabilità delle intercettazioni e l’ammissibilità di prove testimoniali), mentre di comincerà ad affrontare questioni di merito a partire dalla prossima udienza, fissata per il prossimo 27 febbraio.

Il 20 novembre 2023, nel corso dell’udienza preliminare, la gup Barbara Nestore condannò in abbreviato a quattro anni di reclusione il 32enne francavillese Pasquale Moldavio, mentre fu stralciata la posizione del 26enne francavillese Giovanni Di Cesaria.

L’uccisione di Stasi è contestata, come detto, soltanto a Borracino (in separata sede minorile) e a Candita. Gli altri rispondono di reati relativi al presunto giro di stupefacenti che avrebbe coinvolto anche il 19enne e sua madre. Vi sarebbe stato un debito di circa 5mila euro all’origine della spedizione punitiva nei confronti del 19enne. Quel 9 novembre di un anno e tre mesi fa, Borracino e Candita sarebbero giunti in via Occhibianchi per eseguire il loro piano (secondo l’accusa, premeditato). Candita alla guida di una Fiat Grande Punto, Borracino seduto dietro (dove i cristalli erano oscurati). Poi, alle 17.31, dopo essere sceso dall’auto, Borracino (reo confesso) avrebbe fatto fuoco due volte. Infine, la fuga tra le campagne di Francavilla Fontana e il disfacimento della pistola dal piccolo calibro impiegata nel commettere il reato.


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