Attenti al lupo, cantava Lucio Dalla. I lupi sono diventati uno realtà anche nella provincia di Brindisi. Dopo gli avvistamenti dei giorni scorsi in agro di Oria (località San Cosimo alla Macchia e dintorni), ecco i primi presunti colpi grossi, grossissimi: due giovenche sono state azzannate e sventrate, tra i giorni Natale e Santo Stefano scorsi, presso la nota azienda agricola Pezzaviva Nuova tra le campagne di Torre Santa Susanna.
I proprietari dell’allevamento – la famiglia Greco – hanno immediatamente messo al corrente le autorità competenti e personale del Servizio veterinario Asl è giunto sul posto per effettuare i tamponi e isolare il Dna del predatore (o dei predatori) al fine di comprendere se si sia effettivamente trattato di un’aggressione da parte di uno più lupi ovvero di qualcos’altro.
L’unica cosa certa, al momento, è che due capi di bestiame non ci sono più, con le conseguenze economiche e affettive – sì, perché quelli abbattuti non erano animali da macello – che il caso comporta. Le giovani mucche, dal peso di circa due tonnellate e mezzo, sono considerate indifese in caso di attacchi e per questo motivo sono tenute al riparo dentro recinzioni circa due metri e mezzo. Non si sono rivelate sufficienti.
I lupi o chi per loro hanno comunque gettato la fame oltre l’ostacolo, si sono arrampicati e hanno infine banchettato, quasi a festeggiare a propria volta le festività del 25 e 26 dicembre. Dopo aver messo a segno il raid, si sono ri-arrampicati e, nonostante la pancia piena, si sono allontanati in tutta rapidità. Il sistema di protezione del bestiame è dotato, a Pezzaviva, anche di un allarme: utile per gli umani e contro i furti, ma a quanto pare non un granché come deterrente per i lupi, che sono abili e velocissimi. Dopo aver individuato la preda potenzialmente più debole, ci mettono davvero poco a farne brandelli per saziare il proprio appetito.
L’antifurto, infatti, è scattato regolarmente anche in quei due fatidici giorni, ma finché il personale dell’azienda è accorso del predatore non c’erano più tracce. Così, da questi episodi in poi a Pezzaviva hanno introdotto i turni di guardia: ogni notte qualcuno in carne e ossa fa da cane pastore ai bovini, mentre per le pecore ci sono i maremmani che pensano a tutto; i vitellini sono inattaccabili perché nottetempo rinchiusi in apposite cuccette. La presenza umana pare stia funzionando, giacché fino a ieri non si sono registrate nuove intrusioni.
“Noi abbiamo segnalato tutto all’Asl – dichiara Vito Greco – e devo dire che il Servizio veterinario è stato molto celere nell’effettuare sopralluogo e analisi del caso da trasmettere all’istituto zooprofilattico. Non si tratta di un danno soltanto economico e produttivo, dato che abbiamo perso due esemplari tra i più pregiati, ma anche affettivo: la nostra azienda ha ricevuto premi nazionali in tema di rispetto per l’ambiente, la biodiversità e il benessere animale. I nostri capi, infatti, sono seguitissimi e selezionati geneticamente, col contributo di docenti universitari, così da consentirne una migliore proliferazione e sanità: spesso sono tutti parenti tra loro, come una grande famiglia che si tramanda i geni di generazione in generazione”.
In fatto di danni materiali, il conto è presto fatto: giovenche come quelle uccise valgono da sé tra i 2.500 e i 2.800 euro, senza considerare la mancata produzione futura. A ciò si aggiungano 300 euro a testa per lo smaltimento. “Sappiamo che i lupi sono protetti – conclude Greco – ma faremo di tutto per proteggerci anche noi dalle loro scorribande, sperando nell’aiuto delle istituzioni qualora la situazione dovesse degenerare”.
Eliseo Zanzarelli per Nuovo Quotidiano di Puglia, edizione 4.1.2024