“Ho un figlio disabile, ma ai colloqui non tutti gli altri genitori mi hanno fatto saltare la fila e sono stata anche rimproverata…”

Si riporta qui di seguito il racconto di una mamma di un bambino disabile, rimasta spiazzata di fronte all’insensibilità di alcuni degli altri genitori:

“Sono la mamma di un bambino disabile di 12 anni. Ieri mi sono recata al ‘Fermi’ per i colloqui dell’altro mio figlio 14enne non disabile. Gli incontri con i professori erano dalle 16 alle 18.30. Mi sono presentata presto perché l’altro mio figlio disabile avrebbe dovuto sostenere un ciclo di terapia alle 17.45 a 35 chilometri di distanza da Francavilla Fontana. Purtroppo, però, com’è normale, ho incontrato altra gente in fila prima di me e quindi ho cominciato a chiedere agli altri genitori la cortesia di poter passare avanti, ovviamente spiegando la situazione.

Molti di loro hanno compreso e mi hanno concesso il favore, fino all’ultimo prof… Erano le 17.05 quindi dovevo fare in fretta per arrivare puntuale alla terapia dell’altro mio figlio. Chiedo a una mamma di farmi passare, ma quella si rifiuta. Per giunta, il marito fa ‘ma a tutti i professori questa funzione fai’? Mi sono sentita profondamente in imbarazzo come una ladra per il sol fatto di avere un figlio disabile e dunque, siccome si sarebbe fatto tardi, me ne sono andata molto delusa e amareggiata da cotanta insensibilità.

Noi genitori di figli disabili siamo abituati alle attese per le terapie, quindi non era mia intenzione scavalcare nessuno. Preciso anche che mio figlio disabile non era con me, ma era rimasto in macchina con mio marito: in mezzo a tanta confusione si sarebbe agitato, sarebbe andato in frustrazione e non avrebbe poi collaborato durante la terapia”.

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