L’esposto dei residenti in centro: “Questa non è movida, ma un inferno: musica alta, schiamazzi, bisogni per strada, cattivi odori…”

Si tratta di un vero e proprio esposto, dettagliato e accompagnato da documentazione fotografica e video. L’hanno inviato a tutte le autorità competenti, sindaco in primis, numerosi cittadini residenti nel centro di Carovigno. Al centro delle recriminazioni, la cosiddetta mala movida. Ecco quanto hanno scritto e documentato:

“Sindaco di Carovigno,

la misura è colma, la pazienza esaurita.

A scrivere è una rappresentanza di suoi concittadini, vittime del pessimo sfruttamento dell’esplosione turistica che ha investito il Suo e nostro Comune.

A fronte del vantaggio economico goduto da pochi esercenti, noi abitanti del centro storico, Rione Terra, permanenti e temporanei, stiamo subendo gravi disagi, protrattisi giornalmente per l’intero periodo estivo, e che proseguono tuttora nei fine settimana e in altre festività e pre-festività o ad hoc per compleanni e altre ricorrenze. In particolare, ci riferiamo a: musica e schiamazzi; condizioni igienico-sanitarie; rischi e sicurezza; occupazione di aree pubbliche.

A premessa di una doverosa azione legale, tesa a ripristinare i diritti minimi di qualità della vita, procediamo a un’esposizione di dettaglio.

MUSICA E SCHIAMAZZI

Per attrarre avventori gli esercizi di ristorazione, tranne rare avvedute eccezioni, ritengono di dover offrire musica martellante registrata o dal vivo, a volume offensivo, fino ad ore antelucane. Ricordiamo che per l’Istituto Superiore della Sanità: “Visti gli effetti sulla salute evidenziati per le varie fasce di esposizione al rumore notturno, le Linee guida dell’Oms Europa raccomandano che sia rispettata la soglia dei 40 dB durante le ore di sonno della maggior parte dei cittadini. Questa soglia può essere considerata il valore limite per tutelare tutti i cittadini, compresi quelli appartenenti alle categorie più a rischio”. Quando, finalmente, nelle prime ore del mattino, la musica cessa, gli avventori, surriscaldati dall’alcool ingurgitato ed eccitati dai ritmi bestiali, proseguono con urla e schiamazzi, per buona parte della notte, incuranti delle necessità di riposo degli abitanti e dei turisti alloggiati nel centro storico. Questo si verifica ogni notte (ogni notte!), da giugno a settembre e quindi nei venerdì, sabato, domenica e festivi e prefestivi di tutto l’anno (cfr. allegato 1a).

CONDIZIONI IGIENICO-SANITARIE

Gli esercizi di ristorazione sorti recentemente hanno finito per occupare interamente il centro storico, utilizzando per la più parte ubicazioni improbabili, presumibilmente in origine destinate al bestiame. Ma tant’è, qualcuno avente titolo ha rilasciato permessi e autorizzazioni incomprensibili a noi comuni mortali, fin qui convinti che le misure igienico-sanitarie per gli esercizi di ristorazione fossero stringenti e imprescindibili, e valide per l’intero territorio nazionale. Particolarmente sentita è l’assenza assoluta di servizi igienici destinati al pubblico. Come risultato, le masse transumanti giornalmente utilizzano all’uopo angoli defilati del centro storico, con buona pace dei residenti, costretti a ripulire personalmente. Valuti Lei, Sindaco di Carovigno, quale possa essere il rateo di produzione giornaliera di svariate centinaia di individui che affollano giornalmente il centro storico. A ciò si aggiunga la presenza di frigoriferi lasciati incustoditi, giorno e notte, all’aperto, sulla pubblica piazza! [continua dopo il video]

RISCHI E SICUREZZA FISICA

I locali di ristorazione, non disponendo di sufficienti spazi all’interno, hanno finito per occupare slarghi e vicoli del centro storico, ridotto a una grande mensa-discoteca “a cielo aperto”, peraltro riservata ai soli avventori dei locali. Se Ella, Sindaco di Carovigno, si avventurasse di persona, comprenderebbe quanto il transito risulti difficoltoso, più spesso impossibile già per gli avventori (per ottenere una birra, la bottiglia deve spesso passare per le mani di altri avventori), per non parlare della difficoltà di accesso degli stessi residenti ai propri alloggi. Un centro storico così ridotto è assimilabile ad un normale locale al chiuso, in virtù di dimensioni complessive e soprattutto di vie di accesso e deflusso, limitate nel numero e anguste. Non esistendo limitazioni all’accesso, se nella piazzetta principale si affollano centinaia di individui, c’è da chiedersi quale sarebbe l’esito di un evento qualsiasi che determinasse un’ondata di panico, con fuga verso quei pochi e angusti vicoli che costituiscono le uscite. È sufficiente un qualsiasi evento scatenante, quale ad esempio lo scoppio di una lampadina (visto lo stato fatiscente della illuminazione pubblica, rafforzato dalla sua manomissione a opera di ignoti che hanno modificato la colorazione delle luci per renderle più consone all’ambiente discoteca…), un principio di incendio – probabilità elevata, dato l’elevato numero (nove) di funghi riscaldanti a gas GPL con fiamma, lasciati anche essi incustoditi, giorno e notte, all’aperto, sulla pubblica piazza! (cfr. allegati 1b e 1c)-, oppure un allarme-bomba fasullo, o anche solo un idiota avvinazzato che si metta a gridare o una qualsiasi rissa (come già accaduto) che finisca fuori controllo.

OCCUPAZIONE DI AREE PUBBLICHE

In effetti, l’utilizzo smodato e inaccettabile delle casse di amplificazione sonore che diffondono la musica per tutto il Centro storico, in quanto l’intero sistema di suono è già posizionato “a cielo aperto”, configurano non tanto una sinergia fra due o più bar-clubs (Moon, ZTL Club food ecc.) quanto una vera e propria discoteca “a cielo aperto” pur non avendo le caratteristiche – a cominciare dai sistemi di sicurezza e antincendio – per una struttura del genere (sono state spesso contate oltre 400 persone presenti in contemporanea in Piazzetta Coriolano!). Questo avviene, come già detto, in totale spregio e violazione del limite di normale tollerabilità, con decibel assolutamente e continuamente oltre il consentito dalle leggi vigenti, così come documentato in allegato (cfr. allegato 1d). L’insopportabile frastuono e martellamento derivante dalla situazione fattuale di discoteca “a cielo aperto” costringe i residenti a chiudere ogni infisso di casa nel periodo estivo, peraltro con nullo effetto, con immaginabile grave disagio e ripercussioni alla sfera personale e al diritto costituzionalmente garantito al riposo notturno oltre che post-prandiale. Per evitare questa situazione di grave disagio molti turisti abbandonano le abitazioni locate in bed&breakfast prima dello scadere del periodo per il quale erano state prenotate, con pessime recensioni che non solo creano danni ai titolari delle attività di ospitalità ma forniscono anche una negativa immagine della città!

Tutto ciò sta avendo pesanti ripercussioni psicologiche, in quanto numerosi abitanti hanno perduto la propria serenità, con innegabili danni per la salute, e a nulla è valso il cambiare gli infissi o le proprie abitudini di riposo (non c’è tregua!).

Questa “mensa a cielo aperto” e questa “discoteca a cielo aperto” evidenziano una situazione assimilabile a un enorme “spazio chiuso”, del tutto artificiale, inadeguato alle specificità di queste strutture così venutesi a costituire. In altri termini, questo “artificiale spazio chiuso”, di fatto illegittimo, è luogo di violazione delle normative vigenti per quanto concerne la sicurezza, i percorsi antincendio, la prevenzione del formarsi di situazioni di panico ecc. mostrandosi come l’effetto di un perverso processo di privatizzazione di spazi pubblici (cfr. allegato foto 1-8), un processo che colonizza il Centro storico attraverso insopportabili rumori e sgradevolissimi odori (in alcune sue parti questa “mensa a cielo aperto”, questa “discoteca a cielo aperto”, ovvero questo “artificiale spazio chiuso” è una vera e propria latrina, con vomiti, eiezioni urinarie e perfino deiezioni umane!) (cfr. allegato 2).

Quanto questo spazio chiuso abusivamente creato sia di fatto chiuso è dimostrato dalla estrema difficoltà di accesso per ambulanze e vigili del fuoco riscontrato già più volte in via Cattedrale, dovuto a transenne di delimitazione di questo “spazio chiuso”, ovvero “mensa e discoteca a cielo aperto” e all’elevato numero di autovetture parcheggiate a intarsio nelle immediate vicinanze di “mensa e discoteca a cielo aperto”.

IN SINTESI

Tutto ciò premesso, si chiede all’Autorità competente di voler prendere provvedimenti ad hoc, avverso comportamenti che superano la normale tollerabilità e disturbano le occupazioni e il riposo dei residenti. Si riserva ogni azione diretta alla tutela dei propri diritti. Articolo 659 Codice penale.

(Seguono firme di abitanti delle vie e piazzette del Rione Terra)”

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