di Eliseo Zanzarelli
Villa Carissimo potrebbe trasformarsi in un resort di lusso. L’imponente edificio sorge in prossimità del Santuario di San Cosimo alla Macchia, a Oria, e dalla scorsa estate è entrato nelle mire di una società estera, interessata a proporne un radicale cambio di destinazione d’uso: da dimora rurale circondata da coltivazioni agricole a esclusiva struttura ricettiva destinata soprattutto a turisti facoltosi provenienti – si stima – perlopiù da Stati Uniti, Regno Unito e Scandinavia.
Il tutto comporterebbe importanti ricadute in termini economici e occupazionali nel territorio, a seguito di un investimento milionario. La villa, di notevole pregio architettonico, risale agli inizi del XX secolo e appartiene agli ex proprietari del castello che nel 2007 fu acquistato dalla famiglia Romanin Caliandro.
Il primo approccio ufficiale per questo maxi progetto è avvenuto lo scorso 24 luglio, quando lo studio di architettura Spagnulo & Partners, con sede a Milano, ha depositato in Comune tutta una serie di documenti ed elaborati tecnici “per il cambio di destinazione d’uso, ristrutturazione con modifiche interne e di prospetto oltre alla realizzazione di piscine del fabbricato sito in Oria (Br) alla contrada San Cosimo alla Macchia”.
La documentazione è stata integrata anche in seguito e in particolare il 28 agosto e il 2 novembre scorsi, così l’altro ieri la responsabile dello Sportello unico Attività produttive, Antonella Gobbi, ha formalizzato la richiesta includendone ogni atto e ne ha disposto la trasmissione all’Autorità competente e cioè alla Regione, cui spetta la verifica dell’assoggettabilità alla Valutazione ambientale strategica (Vas).
La parte burocratica è seguita direttamente dai tecnici milanesi – si sono occupati in passato di progetti importantissimi come quelli del Bosco Verticale nel capoluogo lombardo e dei noti ristoranti Giannino a Milano e a Londra, insieme con tanti altri – che intendono prima accertarsi dell’effettiva fattibilità del tutto ovvero dell’assenza di ostacoli lungo il percorso che dovrebbe nel tempo, e ce ne vorrà, alla realizzazione di Villa Carissimo 2.0.
Dietro lo studio meneghino di consulenza urbanistica e progettazione, ci sarebbe una società di capitali straniera – pare, turca – che avrebbe stipulato finora soltanto un contratto preliminare di vendita condizionato proprio alla possibilità concreta di metter mano in maniera sensibile su quanto già esistente, seppur nel rispetto del valore storico e architettonico originari.
Si parla d’intervenire non solo sulla enorme casa di villeggiatura – costituita da un corpo principale dalla superficie di circa 3.300 metri quadri e da due ali laterali sviluppate su di un unico livello – ma anche sulle aree circostanti, ossia gli altri fabbricati a dependance (torri, case coloniche, ecc.) e gli stessi terreni agricoli a tutt’oggi coltivati principalmente a uliveti e vigneti. Non manca, in loco, neppure una parte tenuta a bosco. Nella determinazione del Comune non si fa cenno comunque ai potenziali acquirenti, che per il momento restano nell’ombra, né ad altri soggetti coperti da “omissis” riguardo la denominazione sociale.
Nelle intenzioni, il futuro potenziale resort di lusso dovrà distinguersi per la qualità dei servizi offerti, garantendo agli ospiti soggiorni di alto livello e massimo comfort. Un insediamento turistico, certamente non pensato per le tasche di chiunque, che s’immagina poter competere con realtà pugliesi del settore già affermate e che fanno da traino per le aree geografiche in cui sorgono. L’orientamento dell’amministrazione guidata dal sindaco Cosimo Ferretti è possibilista, ma ora ci sarà prima da comprendere se l’ambizioso progetto collimi, e non invece collida, con la conformazione paesaggistica di un territorio storicamente ed economicamente arroccato sulle sue pur bellissime campagne.