La prima e ultima volta in cui fu asfaltata risale a quasi trent’anni fa, il prossimo anno potrà finalmente essere sistemata a dovere e smettere di essere fonte di danni e contenziosi. Strada Belloluogo è sulla carta un’arteria secondaria, nei fatti registra quotidianamente il transito di decine e decine di veicoli, perlopiù mezzi pesanti diretti ai magazzini ortofrutticoli o in uscita da essi.
Quel tratto inizialmente rurale e a uso esclusivo di proprietari terrieri, residenti e villeggianti, insomma, è divenuto strategico da un bel po’, ma finora è stato trascurato dalle amministrazioni comunali succedutesi dal 1994 quando la Giunta del sindaco Sergio Ardito decise di posarvi dell’asfalto e non quel pietrisco calcareo per il quale quattro anni prima aveva optato la Giunta del sindaco Cosimo Mazza. Strada Belloluogo, in tutto questo tempo, è stata fonte di danni – a cose e in alcuni casi anche a persone – con annessi imprecazioni e richieste risarcitorie per le quali il Comune in più occasioni ha dovuto scucire i cordoni della borsa.
Nel corso del precedente quinquennio amministrativo, sotto la guida della sindaca Maria Lucia Carone, rimase esclusa da un pur corposo piano di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle vie cittadine. Lo scorso 27 ottobre, ha deciso di mettere una pezza – e non una semplice rappezza – a questa mancanza, per certi aspetti inspiegabile, l’amministrazione del sindaco Cosimo Ferretti.
La strada, si legge nell’atto, “necessita di un intervento di pavimentazione, manutenzione ordinaria e straordinaria, al fine di scongiurare danni a persone e cose” anche in quanto utilizzata da molti cittadini per accedere ai propri immobili.
Un’assunzione netta di responsabilità, la scelta d’intervenire, giacché – oltre a quelli per sconnessioni, buche e insidie – la strada è da molti anni al centro di un contenzioso con alcuni proprietari delle porzioni dei fondi agricoli che furono espropriati per realizzare, per l’appunto, la prima semi-urbanizzazione di quel tratturo di campagna: dopo il rigetto del reintegro nel possesso da parte del pretore di Oria a inizio anni ’90, chiedono i danni da circa un trentennio.
Il Tar si dichiarò incompetente, poi fu la volta del Tribunale a dichiararsi incompetente, infine a Cassazione rinviò tutto al Tribunale. Sta di fatto che un giudizio civile pende dal 2017, col Comune di Oria che si è costituito – tardi, ma in tempo – nel 2019 per difendere le proprie ragioni o, meglio, il diritto di aver potuto procedere ad asfaltare una strada dichiarata comunale nel 1982. Va da sé che anche in quest’occasione gli attori di quel processo civile avranno quasi certamente da recriminare, ma intanto Ferretti e i suoi – supportati dall’Ufficio tecnico – hanno affermato una precisa volontà politica: dopo quasi tre decenni quella strada s’ha da fare.
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