A caccia illegale di tordi coi richiami vietati: un bracconiere arrestato, l’altro denunciato

Un arresto e una denuncia per caccia illegale da parte dei carabinieri forestali dei Nuclei di Brindisi e Ostuni, che hanno trovato due bracconieri in territorio di Carovigno. Il controllo è scattato dopo che i militari hanno udito un richiamo illecito che riproduceva il verso del torno. Uno dei due cacciatori non aveva neppure il porto d’armi. La coppia aveva già abbattuto tre torni, specie che che in questo periodo si aggira tra gli ulivi. Uno dei bracconieri è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Brindisi per l’uso del richiamo elettromagnetico, mentre l’altro è stato arrestato per il porto abusivo dell’arma e per furto aggravato venatorio, avendo abbattuto fauna selvatica, che costituisce patrimonio indisponibile dello Stato, il quale ne consente il prelievo limitato e condizionato a concessione.

Come è noto, la provincia di Brindisi rappresenta ancora oggi un territorio ad alta densità di esercenti l’attività venatoria (con il maggior rapporto in Puglia fra cacciatori e residenti), fra cui non di rado si “mimetizzano” soggetti che effettuano illegalmente il prelievo di fauna. Il fenomeno dell’utilizzo dei richiami elettrici per l’avifauna è ampio e pertanto capillarmente monitorato e contrastato, così come quello della caccia alla lepre italica, soprattutto nelle campagne attorno al capoluogo, con l’uso di fari accecanti in ore notturne.

Oltre ai normali servizi programmati nelle giornate di apertura secondo il calendario venatorio regionale, i carabinieri forestali (coordinati dal Gruppo di Lecce-Brindisi), ormai unica forza in campo per la prevenzione e repressione del bracconaggio, predispongono periodici controlli rinforzati e mirati laddove il fenomeno si presenti ancora radicato, raggiungendo negli ultimi anni risultati significativi.

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