Sono trascorsi 30 anni da quel tragico 25 agosto del 1993 in cui persero la vita in un incidente stradale le braccianti agricole Maria Marsella, 25 anni, Antonia Carbone, 29 anni, Maria Dell’Aquila, 51 anni, tutt’e tre di Oria e tutt’e tre immolate sull’altare del caporalato. Era l’alba e si recavano al lavoro in 18 dentro un pulmino da massimo 9 posti, che sbatté contro il braccio di un camion – gru e poi uscì di strada impattando contro un albero d’ulivo. Tutto questo per una “giornata” da 23mila lire, ovviamente in nero.
Già, il caporalato: una piaga simbolo dello sfruttamento nelle campagne a tutt’oggi non ancora estinta. Il sacrificio di quelle tre lavoratrici sarà ricordato pubblicamente domani 25 agosto – anniversario di quelle morti innocenti – con una santa messa alle 19 presso la chiesa di San Francesco d’Assisi (celebra don Daniele Conte), seguita dalla deposizione di una corona di fiori ai piedi del monumento alle vittime del caporalato, realizzato a suo tempo dal maestro Carmelo Conte, tra via Latiano e viale Regina Margherita. Sindaco era Sergio Ardito e in amministrazione vi era una giovane Lorenza Conte, che di sfruttamento tra i campi ne sapeva più di qualcosa essendo a propria volta stata una bracciante. Da parte sua, soprattutto da allora, un’aspra battaglia contro quel sistema di sfruttamento e sicurezza pari a zero, una battaglia ancora in corso.
“Ringrazio per questa iniziativa il Sindaco Cosimo Ferretti, l’assessore Alfredo Proto e tutta la Amministrazione Comunale. Spero nella partecipazione di tutti per Non dimenticare”, dichiara.
E ricorda: “Anche se vi sono state molte polemiche in questi anni sono certa che sin da oggi di fronte alla bellezza e significato di questo monumento molti cambieranno idea; le minacce, le denunce, le lettere anonime, le denigrazioni a volte ci hanno costrette al silenzio ma da domani questo monumento dedicato alle vittime del caporalato, a chi non conta niente, alla vita e alla speranza di un mondo migliore parlerà per tutte noi e non vi sarà nessuno che potrà zittirlo”.
“Con queste parole concludevo il mio intervento da Presidente del Consiglio Comunale delegata per le iniziative contro il Caporalato dell’Amministrazione del Sindaco Sergio Ardito durante la inaugurazione del 10 aprile 2001 del Monumento dedicato alle vittime del caporalato per non dimenticare questo fenomeno criminale di sfruttamento delle donne che ha provocato tanto dolore, morte e sofferenza… Il sacrificio di tutte queste donne non deve essere dimenticato e non dobbiamo credere che questo sia un monumento alla morte, come qualcuno ha detto, perché invece è il monumento alla vita, il monumento della speranza che un giorno non vi siano più donne costrette a morire stipate sui pulmini dei caporali come sacchi di patate. Donne ribellatevi ai caporali! Aderite alla associazione contro i caporali! così gridava con coraggio il Vescovo di Oria Mons. Armando Franco in quegli anni dall’altare della Cattedrale ed è questo il ricordo che ha lasciato in noi e lascerà nei secoli anche con questo monumento definito un richiamo alla coscienza di ognuno di noi. Voglio ringraziare tutti quelli che oggi sono intervenuti ma soprattutto tutti coloro che in questi giorni hanno lavorato per questo monumento e voglio ricordare la emozione di tutti durante i lavori di preparazione”
Oggi Conte sostiene ancora con forza: “Un lavoro vero non è un lavoro nero”.