L’amicizia con Gino Vitali, l’apprezzamento politico per Uccio Curto, la conoscenza diretta ma non confidenziale con Massimo Ferrarese. E’ un ritratto di Silvio Berlusconi in parte inedito e sul campo quello che emerge dopo la sua scomparsa.
Da queste parti, chi l’ha conosciuto meglio, dal 1994 all’ultimo istante, è stato indubbiamente il fresco ex senatore Vitali: in più occasioni i due hanno condiviso momenti di politica ma anche di convivialità, sia in gran segreto in Puglia, sia a Roma che ad Arcore. Vitali non ha mai nascosto il suo estremo apprezzamento nei confronti del Cavaliere, da lui conosciuto probabilmente in tutte le sue sfaccettature, e per lui quello dell’altro giorno è stato un grandissimo lutto. I ricordi sono numerosi e tutti positivi, perché – ammette lo stesso Vitali – Berlusconi è stato criticato e perseguitato, ma ha fatto del bene al Paese non solo sul piano politico.
“Ha dato lavoro a una moltitudine di gente e ha aiutato in silenzio moltissimi italiani”. E poi ci sono le cene nelle quali si parlava di politica ma anche ci si rilassava, spesso allietati dalle note di Mariano Apicella, da sempre il “cantore” di Berlusconi. L’ex presidente del Consiglio pare gli abbia scritto centinaia di canzoni da Apicella poi sfoggiate sia alla presenza del suo amico più importante, sia nelle esibizioni artistiche personali, e ce ne sono le prove.
Meno intimo ma di stima effettiva il rapporto con Curto, che a suo tempo proveniva da un’altra parte politica (Alleanza Nazionale) rispetto a Forza Italia e solo di recente ha cominciato a militare tra i forzisti. “Ricordo che durante i miei interventi al Senato – racconta Curto – il presidente si soffermava molto volentieri ad ascoltare le mie parole e in qualche occasione mi si è avvicinato per complimentarsi e ha stoppato altri colleghi che gli si avvicinavano mentre io parlavo, perché evidentemente gradiva il mio eloquio”.
L’ha conosciuto, anche se marginalmente, e incontrato diverse volte anche Ferrarese ai tempi in cui era presidente di Confindustria. D’altra parte, Ferrarese ha fatto solo una piccola esperienza politica da presidente della Provincia a capo di un progetto centrista alternativo a quello dell’allora centrodestra. “L’ho apprezzato – dichiara il noto imprenditore – perché da eccellente collega ha sempre cercato di fare gli interessi delle imprese”.