di Eliseo Zanzarelli
L’ipotesi di reato nei suoi confronti è di quelle molto odiose: atti sessuali con minori e per anni e anni, fino al 2019. Un cittadino straniero residente a Oria, oggi 83enne, avrebbe abusato delle sue tre nipotine che alla fine hanno deciso di denunciarlo. Il sostituto procuratore presso la Procura di Brindisi Gualberto Buccarelli ha disposto dei sequestri nel casale in cui l’uomo vive: smartphone, tablet, computer, memorie esterne e ogni altra cosa utile a provare il presunto delitto. Una decina di dispositivi in totale e tutti ancora da analizzare in modo certosino.
L’uomo è difeso di fiducia dall’avvocato Raffaele Pesce del Foro di Brindisi, che proverà innanzitutto a provare la sua estraneità ai fatti, in secondo luogo a limitare i danni. Il “nonno-orco” si sarebbe accanito in particolare sulle tre nipotine: la più grande ha 15 anni, le altre 12 e 11 anni. I fatti si sarebbero verificati tutti nell’agro di Oria, dove la famiglia da diversi anni ha deciso di stabilirsi, attratta dalla bellezza del paesaggio e probabilmente dalla convenienza dell’acquisto terriero e immobiliare. S’ipotizza, in particolare, il possesso da parte dell’indagato di materiale utile alle indagini e per questo i carabinieri della Stazione oritana, al comando del luogotenente Roberto Borrello, sono andati a cercarlo e in questa fase embrionale del procedimento penale non si sa ancora se abbiano trovato qualcosa d’interessante ai fini delle indagini.
Stando a quanto raccontato dalle presunte vittime, infatti, quegli atti sessuali particolarmente scabrosi sarebbero stati in qualche occasione anche filmati così da mantenerne un ricordo altrettanto scabroso. A sostegno delle tesi dell’accusa vi sarebbero anche referti medico – legali che in qualche modo confermerebbero quanto raccontato dalle tre adolescenti incappate nelle brame sessuali deviate di un nonno senza scrupoli o probabilmente con problemi cerebrali, anch’essi tutti da dimostrare. Ci proverà l’avvocato Pesce, che ovviamente si occupa della difesa tecnica e fattuale. Il fatto ipotizzato resta particolarmente odioso e chissà che da quanto sequestrato non emergano in un eventuale processo dei fatti inquietanti, cioè quelli riferiti dalle persone offese e tutte minorenni.
Ci sono anche delle aggravanti, in quanto i rapporti intimi sarebbero avvenuti con ragazzine che non avevano nemmeno compiuto 14 anni. I fatti sono stati peraltro denunciati fuori dai confini nazionali, poi l’Autorità giudiziaria di quel Paese ha interessato la Procura di Brindisi che ha delegato le indagini a quella oritana. Gli elementi di prova in un eventuale processo potranno emergere dall’analisi dei dispositivi elettronici recuperati in casa del pensionato. Da lì, esattamente da lì potrebbe emergere la verità, come indicato dalle ragazzine. Le indagini procedono in modo serrato perché questi casi sono tanto gravi quanto delicati: forze dell’ordine e magistratura sono molto attenti su questioni così “spinose” benché tutte da dimostrare.