“Ho tre domande per te”, cos’hanno da dirci i candidati sindaco di Oria? Ecco Ardito

Chiudiamo il passaggio in rassegna dei candidati sindaco di Oria con qualche domanda ad Attilio Ardito della lista Futura:

Qual è, a suo avviso, la principale criticità di Oria? E quale la sua ricetta per risolverla?

La principale criticità di Oria è stata fino ad oggi l’assenza di una classe politica e dirigente lungimirante, dotata di una visione in grado di traghettare il paese verso la contemporaneità. Non a caso durante questa campagna elettorale abbiamo scelto di dialogare con amministratori, principalmente sindaci, di altri Comuni che hanno dimostrato di attuare buone pratiche amministrative. Da troppo tempo la politica Oritana è frutto di improvvisazione, scarsa capacità progettuale e incapacità di relazionarsi fuori dal contesto comunale. La lotta tra personalismi ha dominato la politica degli ultimi venti anni, impedendo la nascita di istanze politiche genuine, in grado di intercettare i veri bisogni della comunità. Ci troviamo oggi a un bivio: la soluzione per risollevare Oria è la radicale rigenerazione di quella classe politica che ha abbondantemente dimostrato di non essere in grado di trovare soluzioni concrete per risolvere i problemi del paese.

Qual è il punto del suo programma elettorale che considera una chiave di volta per lo sviluppo di Oria?

La rigenerazione urbana che passa dalle istanze più semplici e funzionali del vivere quotidiano a quelle legate alla modifica sostanziale del nostro tessuto urbano che deve passare ovviamente per una nuova e attenta pianificazione partecipata. I principali nodi da sciogliere sullo sviluppo di Oria passano da qui: la fruibilità degli attrattori turistici, il benessere dei cittadini, la mobilità sostenibile e la crescita economica e sociale che ne conseguirebbe.

Parliamo di castello. Una fase di stallo che dura ormai da troppi anni. Lei cosa e come farebbe per risolvere la questione?

La situazione del castello è il frutto di ciò che ho descritto nelle due precedenti risposte: mancanza di una classe politica autorevole e lungimirante e l’assenza di strumenti di pianificazione territoriale. Noi possiamo solo immaginare di coprire in parte il vuoto della proposta turistica che la chiusura del castello comporta, aprendo tutti gli altri attrattori culturali chiusi o non valorizzati e iniziando un percorso costruttivo e collaborativo con gli attuali proprietari del castello che possa far incontrare le reciproche istanze, compatibilmente con le norme in vigore e lo sviluppo della pianificazione urbanistica. Tra i primi atti della nostra amministrazione ci sarà la richiesta di dichiarazione di interesse eccezionale, per rafforzare quella già presentata da alcuni consiglieri regionali.

Oria cerca da molti anni di diventare borgo a forte attrazione turistica e quindi di convogliare gente dall’esterno. Su cosa bisognerebbe concentrarsi per migliorare ciò che c’è oggi?

Il turismo del futuro parte dai cittadini residenti, dalla qualità della loro vita, dalla capacità di essere felici, dalla loro cura verso la terra che abitano. Dobbiamo ripartire dalle basi.

Sarà innanzitutto necessario rafforzare l’organico comunale inserendo una figura competente e capace di gestire in autonomia il turismo, l’istruzione, lo sport e la cultura (staccandola dal Suap, Attività Produttive ed Economiche). Se vogliamo puntare sulla cultura e sul turismo dobbiamo avere un ufficio competente e ad esso dedicato, e non oberato da altre incombenze.

Dobbiamo concentrarci sul potenziamento e la fruibilità degli attrattori culturali, integrandoli nel tessuto urbano e sociale cittadino e pianificare una gestione attenta, sostenibile e partecipata del nostro enorme patrimonio materiale ed immateriale.

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