Due presepi al Santuario della Croce: uno fuori, l’altro dentro. Sono carichi di significati, inaugurazione il 22 dicembre

Prendendo spunto dal documento della CEI per il secondo anno del Cammino sinodale, i presepi realizzati dalla Parrocchia Maria SS. della Croce vogliono presentarsi come un cantiere di idee e di talenti che si trasformano in un segno visibile per la comunità e per la cittadinanza tutta.

Un cantiere: è da questa visione under construction che parte la lettura della natività realizzata da un gruppo di famiglie posta sotto le arcate del Convento dei Frati Minori, visitabile ogni giorno accendendo dall’ingresso laterale del Santuario. Un presepe dinamico, che sollecita il movimento: il cantiere della strada e del villaggio.

Il carretto sta a rappresentare, infatti, il proposito di non chiudersi nei propri ambienti ecclesiastici ma l’emergenza di ascoltare e confrontarsi con i diversi “mondi” in cui i cristiani vivono e lavorano, camminare a fianco (e non davanti) a tutti coloro che formano la società; in particolare negli ambiti che spesso restano ai margini, dove domina la povertà, la disabilità, lo sfruttamento e la discriminazione. Un presepe che invita la Chiesa stessa ad uscire per prendere una posizione coerente e credibile nella società e nella vita politica, in particolare sollecita una partecipazione attiva e responsabile per la cura del creato. 

Un presepe accogliente e ospitale, il cantiere dell’ospitalità e della casa (i bambini e l’oratorio). La pandemia ha fatto sperimentare a ciascuno quanto sia fondamentale stare bene in casa. Da qui i padri sinodali lanciano l’idea di costruire una Chiesa plasmata sul modello familiare, fondata sulle relazioni e sulle convivialità delle differenze, su misura di chi la vive, anziché sulla difesa di strutture conservatrici e poco generative.

Nel documento della CEI si legge che le comunità cristiane attraggono quando sono ospitali, quando si configurano come “case di Betania”, quando hanno una forma domestica, quando non si chiudono in spazi selettivi e inaccessibili. Ecco perché si vuole promuovere l’oratorio parrocchiale come spazio comune, quello di cui la nostra città e i nostri giovani hanno tanto bisogno, degli ambienti accessibili non solo ai soliti frequentatori ma a disposizione di tutti. Non un rifugio bensì una casa in cui far entrare il mondo esterno, in cui sperimentare il bello e il buono dello stare insieme e da cui uscire per trasmettere quanto sperimentato all’interno come la cultura del dialogo, la cura delle persone e delle cose.

Proseguendo in questa piccola “spaccanapoli” del Convento, in chiesa sarà possibile ammirare un altro presepe realizzato da un gruppo di volontari della Parrocchia che racconta il terzo cantiere, il “cantiere delle diaconie e della formazione spirituale”. Al centro sempre la casa, abitata dai pupi realizzati dal maestro Antonio Papa.

Accanto alla grotta, Francesco (inventore del presepe in quel di Greccio ottocento anni fa) e Chiara, sua amica e compagna di vita. Con loro, questo presepe richiama una Chiesa che diventa una casa al servizio dell’uomo. Una casa che aiuta la persona a formarsi spiritualmente e nella sua totalità (pensieri, sentimenti, affetti, azioni) per aiutarla a stare nel mondo di oggi.

Da questa missione il cantiere vuole porre delle domande dirette soprattutto ai c.d. credenti praticanti: come possiamo vincere l’affanno delle cose da fare e del “si è sempre fatto così” e rinnovarsi nella formazione e nella spiritualità? Come possiamo camminare insieme mettendo al centro le relazioni ed evitare il rischio del fare affannato? 

Anche (soprattutto) quest’anno in cui Francavilla si è trovata ad assistere ad eventi drammatici, episodi di degrado sociale, vicende di violenza e inciviltà, il presepe diviene strumento per prepararsi al Natale e lanciare un messaggio, una provocazione, un cammino da segnare insieme.

Tra questi cantieri che invitano tutti a mettersi a lavoro, ad attenderci c’è la nascita di Gesù Bambino. L’augurio che i frati e la comunità rivolgono a tutti i visitatori e pellegrini è di attendere il Santo Natale come un vero capocanale: una festa conviviale, occasione per azzerare liti e disaccordi nelle nostre case e camminare nella sinodalità.

Un presepe, quindi, come cantiere di umanità, una fabbrica di nuovi inizi, uno spazio creativo e generativo di lieti annunci, uno scorcio in cui ritrovarsi ed emozionarsi, una prospettiva nuova da cui accogliere il nuovo anno. 

L’inaugurazione avverrà il 22 Dicembre alle ore 18.30. Giuseppe e Maria percorreranno su un carretto le vie del quartiere Borgo Croce e inviteranno tutti i passanti all’inaugurazione. A seguire, nell’atrio antistante l’Oratorio (ingresso via San Pietro Canali) pettolata a cura del gruppo catechisti.

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