Già 18 anni da quando Joe non è più tra noi: quando ne aveva 17 qualcuno decise che doveva scomparire perché decise di difendere un’amica dalle cure morbose di un 61enne – condannato e poi deceduto – intenzionato ad abusare di lei. Ieri, martedì 6 dicembre, i resti di Joe – origini italo-statunitensi – sono stati estumulati dopo 18 anni dalla sua tomba nel cimitero di Oria ma purtroppo sua mamma Anna Ungaro non è potuta essere presente: vive negli Usa e si sta curando a seguito di un incidente stradale. C’era Lino, il padre di Joe.
C’erano soprattutto i suoi amici dell’epoca, che hanno voluto continuare a ricoprirlo d’affetto nonostante il tempo trascorso inesorabilmente. Joe fu soffocato nei pressi di Torre Borraco, marina di Manduria, il 21 aprile 2004 da alcune persone di sua conoscenza ma che in realtà non erano sue amiche. Il suo corpo fu trovato sepolto sotto la sabbia e le indagini portarono a scoprire, dopo tempo, i responsabili di quell’infame omicidio. Il motivo per il quale a Joe fu tesa una trappola e per cui fu assassinato? Semplicemente: si era messo in mezzo per difendere la sua amica, alla quale voleva più che bene.
“Hanno dimostrato gentilezza e amore nei confronti di mio figlio, l’hanno dimostrato ancora una volta”, dice al telefono Anna la mamma di Joe a tutt’oggi straziata per la perdita di quel figlio e qualche anno più tardi anche di un altro – per ragioni diverse – che però le ha lasciato in eredità una splendida nipotina di cui lei si prende a tutt’oggi cura. Le è rimasta soltanto lei e mai si sognerebbe di lasciarsela sfuggire, pur tra mille sacrifici.
Joe continua a giacere nel camposanto di Oria, quella che era la sua casa e nella quale aveva tanti amici tra veri ed evidentemente finti, ma in un ossario.
Mamma Anna ringrazia anche Walter Carrozzo – da anni si occupa egregiamente della cura dei cimiteri coi suoi collaboratori – per avere disbrigato pratiche e operazioni propedeutiche a concedere a Joe una nuova sistemazione.
Mamma Anna ringrazia anche i veri amici di Joe, che neanche a così tanti anni di distanza si sono dimenticati di lui e anzi sono voluti essere presenti nel giorno dell’estumulazione.