È deceduta nella serata dello scorso 16 novembre proprio nel pronto soccorso dell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi che, quel giorno così come purtroppo spesso accade, era intasato di pazienti e a corto di personale medico.
I familiari di una donna 77enne di Francavilla Fontana hanno presentato denuncia proprio a seguito del decesso per fare chiarezza su quanto accaduto e ora nel registro degli indagati sono iscritti il direttore generale dell’Asl brindisina Flavio Maria Roseto, il direttore sanitario del nosocomio e il direttore del reparto di Emergenza urgenza e gli unici due medici che quel giorno erano di turno e che, oberati com’erano, hanno chiamato i carabinieri per rappresentare la situazione di massimo stress nella quale erano costretti a districarsi: per loro sarebbe stato impossibile gestire in tempi rapidi tutta quell’utenza, come confermato anche al pubblico ministero di turno in Procura.
Si parlava, intorno alle 21, di circa 25 persone in codice arancio e di un’altra decina in condizioni meno gravi. Ora potranno farsi difendere e nominare dei consulenti per l’esame autoptico, che è stato già fissato per martedì 6 dicembre.
L’ipotesi di reato a loro carico è quella di omicidio colposo. Quel giorno fu particolarmente impegnativo per la coppia di medici, considerato che gente continuava a giungere anche da comuni, come Francavilla Fontana, Ostuni e limitrofi, già serviti da altri presidi della salute. Qualcuno di loro ha atteso per molte ore, dal mattino a sera, prima di poter essere visitato e curato. In quella serata e a notte quei due medici si sono occupati di circa 50 persone e con loro avrebbero dovuto esserci almeno un altro paio di colleghi, così da garantire un servizio più celere.
Tornando al caso specifico, divenuto ormai giudiziario, la 77enne francavillese era giunta al pronto soccorso in autoambulanza quando erano circa le 19, dopo aver accusato un malore: proveniva da una Rsa di Ostuni della quale era ospite. Il suo codice era stato classificato, per l’appunto, come arancione ed era tra gli ultimi codici arancioni inseriti nella lunga fila.
Gli infermieri le avevano controllato i parametri per poi trasferirla nella stanza dei codici rossi, quelli più gravi. Intorno alle 22 circa però la donna aveva esalato il suo ultimo respiro e, a quanto pare, in precedenza, per circa un’ora non era stato possibile rianimarla in alcun modo. Successivamente, i familiari si sono rivolti alle forze dell’ordine per denunciare un caso da loro ritenuto passibile di malasanità. La Procura ha quindi aperto un’inchiesta e iscritto nel registro degli indagati, a loro tutela, coloro i quali potrebbero aver avuto delle responsabilità nella vicenda.
Gli sviluppi dell’indagine consentiranno di capirne di più e di far comprendere se vi siano state delle responsabilità oggettive o specifiche e, nel caso, a chi siano attribuibili.
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