Il pensiero dei politici dopo quanto accaduto nei giorni scorsi in quel di Francavilla Fontana è ormai noto, ma quali sono le opinioni della gente? L’abbiamo chiesto a diversi commercianti che, proprio per il fatto di stare ogni giorno a contatto coi clienti, hanno indubbiamente il termometro del cosiddetto “sentiment” del momento. Ed ecco dunque qualche dichiarazione da parte di qualcuno di loro:
Giovanni Lopalco, titolare insieme con la moglie Elena del Giba – uno tra i più rinomati e frequentati locali pubblici di piazza Umberto I e dell’intera provincia – non usa mezzi termini: “Io sinceramente sono incazzato (letterale, ndr) perché la mia amata Francavilla non è questa. In primis spero si faccia subito chiarezza su quest’ultima tragedia che ha colpito la nostra comunità, del resto bisogna essere anche noi colleghi uniti più che mai dopo anni di duro lavoro… La parola movida non deve essere intesa come alcol, droga e cattiva gente. Più controlli e insieme dobbiamo ridare un volto bello e sicuro alla nostra cittadina. Quando un figlio dirà al padre di uscire a Francavilla quel genitore non dovrà avere dubbi sul fatto che il figlio si rechi in una realtà bella e sicura. Abbiamo annullato l’evento di San Martino e anche oggi (ieri, ndr) non ci sarà musica live per rispetto nei confronti della famiglia colpita da questa tragedia. Lasciamo lavorare le forze dell’ordine, ma Francavilla non è questa!”.
Così Gianpiero Cito, titolare di un altro locale “in” della Francavilla – bene, il Suite 77: “Secondo il mio punto di vista, mi riferisco solo ai fatti successi nel centro storico, sono dovuti solo e soltanto perché ci sono locali o peggio baracche che vendono prodotti di bassa qualità a prezzi bassissimi ma soprattutto a minori! Senza mai avere un controllo assiduo, vista la qualità della gente che frequenta questi posti… Anche perché sono fermamente convinto che se non ci fossero questi locali/baracche o vendessero al giusto prezzo, non sarebbero frequentati da certa gente e da ragazzini maleducati Io sono una persona che gira molto, non mai visto un centro storico così degradato, se vai a Mesagne, per esempio, ma anche in altri centri non c’è uno che vende una bottiglia di birra ad un euro o alcol a 1 euro… Poi c’è il rancore , il nervosismo di chi come me ed altri pochi colleghi del centro storico ci mette l’anima per far venire bella gente, ristrutturando periodicamente, inventandoci ogni sera qualcosa di bello e divertente. Potrà sembrare una pubblicità, ma non lo è: buoni locali attraggono tranquillità e scongiurano risse o cose simili”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Gianni Tardio che proprio a ridosso della piazza vende da sempre dolciumi tipici, principalmente confetti ricci e “copeta” e frequenta anche diverse cerimonie esibendo la sua arte tramandata di generazione in generazione: “Guarda, abbiamo annullato l’evento di San Martino e ok, figurati, perché il rispetto va oltre il guadagno. Credo che noi tutti commercianti avremmo lavorato di più se si fosse lavorato a prescindere, ma l’abbiamo presa di buon grado. La cosa che più mi ha disturbato, però, è stata un’altra: una sposa che avevo servito a San Vito nei mesi scorsi non vedeva l’ora di tornare a Francavilla per gustare le mie produzioni, ma alla fine ci ha rinunciato proprio per ciò che sta accadendo e per le notizie che stanno trapelando. Capito? Avere paura di Francavilla… E mica siamo il Bronx. Un caso non isolato e una percezione delle cose che spero cessi quanto prima perché non ce lo meritiamo”.
Non si discosta molto il pensiero di Piero Mascia, giovane gestore di “Mordi & Fuggi” in via Regina Elena, anch’esso tra i più gettonati della città: “Mah, Francavilla non è assolutamente questa e da sempre il carattere del francavillese attrae gente da fuori e anzi la coccola. Noi siamo sempre stati socievoli e amici di tutti, negli ultimi anni una sorta di raduno per i residenti di tutti i paesi limitrofi. Ora, i miei sono pensieri personali ma credo condivisibili da tutti. Io condanno al cento per cento ciò che sta accadendo e penso che in questa direzione siamo tutti concordi. Dobbiamo tornare a essere quella cittadina pre-pandemia, perché così non va bene. Generalizzare comunque lo trovo da stupidi”.
Così Giuseppe Zammarano, titolare di una delle principali edicole cittadine, quella sotto i portici, proprio in piazza: “Francavilla fontana mia non è questa, Francavilla fontana mia è una città laboriosa, ricca di imprenditori, commercianti artigiani professionisti campioni nello sport. È la città della Settimana Santa, una città creata su misura per ragazzi, giovani, adulti e bambini ed è un peccato che per degli eventi tragici del genere passi la nostra amata città come un luogo di criminalità apparendo come in questi giorni su tutti i media nazionali. Ciò non significa voler mettere la polvere sotto al tappeto, sicuramente ci saranno dei problemi anche di piccola criminalità e questo toccherà alle istituzioni stabilirlo e magari dare più certezze in questo senso con una maggiore presenza sul territorio. Questo è il mio pensiero anche molto diffuso tra la gente. Intanto mi sento di esprimere le mie più sentitissime condoglianze alla famiglia Stasi e piena solidarietà a tutti quei genitori che hanno subìto prepotenze e violenze sui propri figli”.
Stefania Balestra, titolare di un’ottica in via Regina Elena:
Nelle ultime settimane il nostro paese è diventato, purtroppo, protagonista di fatti di cronaca a dir poco terrificanti e la cosa più agghiacciante è che ad essere coinvolti sono i ragazzini.
Questo ci deve far riflettere… Cosa sta succedendo alle nuove generazioni? Sicuramente educare è difficile, ma probabilmente i nostri genitori e i nostri nonni lo facevano meglio di noi. Alla famiglia di Paolo, le mie più sentite condoglianze. Questo è il mio pensiero”.
Infine, Davide Mastromarino, contitolare di una tabaccheria:
“Francavilla all’indomani dell’omicidio si è risvegliata timorosa e insicura. La mia attività commerciale e il genere merceologico che rappresento mi permettono di essere la cartina al tornasole di una comunità colpita e che oggettivamente ha timore, per sé e per i propri cari.
Un coprifuoco ideologico da abbattere a suon di giustizia, legalità e rispetto per il prossimo.
A un figlio, un cugino, un fratello, un amico della nostra comunità è stata tolta la vita con una modalità infame e disumana. Qualunque possa esser stato il motivo scatenante, non giustifica questo ignobile atto, un’esecuzione in piena regola, che lascerà un solco nella comunità.
Ci sentiamo un pò tutti colpevoli di non esser stati sempre, e a tutti i costi, garanti della legalità, anche solo con gesti che mostrassero il giusto esempio o semplicemente avendo reso “normale” e sdoganando comportamenti di grandi e piccini di estrema maleducazione e di una disumana cattiveria”.