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Ci sono dei casi di cui in genere Lo Strillone non si occupa: sono dei casi molto particolari quelli nei quali si può e si deve fare un’eccezione. Francesco Perrucci, morto a soli 26 anni, non era di fatto e ufficialmente un personaggio pubblico, ma era un po’ il figlio e il fratello minore di tutti a Oria.
Ha lasciato la sua comunità, che ha ascoltato e servito col sorriso per anni quale soccorritore del servizio 118 con l’Associazione volontari della protezione civile, attonita e sgomenta.
Un bravo ragazzo, da qualunque angolazione si ricordi la sua esistenza. Se n’è andato troppo presto a causa di un male, anzi IL MALE, quello a volte inguaribile, in soltanto due mesi dall’aver scoperto che si era preso parte del suo corpo.
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Francesco, nonostante la giovane età, aveva già lasciato un segno che si scopre fosse ormai indelebile tra i suoi concittadini e anche al di fuori dei confini più strettamente locali.
L’hanno voluto ricordare con affetto, essendosi strette al dolore della famiglia, sia quella che resterà per sempre la sua casa – AVPC Oria – sia altre associazioni quali Avis e protezione civile regionale: nel poco tempo avuto a disposizione si è speso per tutti.
Ed ecco che si rischia di scadere in una retorica che non appartiene a questa testata: Francesco era proprio il paradigma del bravo ragazzo, gentile, amorevole e sempre disponibile. I suoi genitori Salvatore e Michela ne sono tuttora orgogliosi e ne hanno ben donde: il suo ricordo non svanirà affatto col trascorrere del tempo, a differenza di quanti non lasciano affatto un segno e, come in questo caso, a maggior ragione, un segno positivo nella comunità.
I suoi funerali si terranno domani, martedì 4 ottobre 2022, alle 15:30 nella chiesa di San Francesco d’Assisi.
Un addio difficilissimo e in alcuni casi impossibile da accettare, ma purtroppo e pur sempre un ultimo saluto. Che non solo la terra gli sia lieve, ma che sappia accoglierlo con quella gentilezza d’animo e quel sorriso che Francesco ha riservato a chiunque abbia incontrato nel suo percorso umano per così troppo poco tempo rispetto a quello che avrebbe e avremmo meritato. La malattia l’ha portato via, ma in realtà ha vinto lui.