Quella di ieri è stata una giornata funerea per Francavilla Fontana, una di quelle giornate tristi dedicate al ricordo e alla commozione: alle 16.30 sono stati celebrati i funerali del piccolo Arcangelo C., morto in ospedale al pediatrico Giovanni XXIII di Bari dopo esservi stato ricoverato per circa due mesi.
Il sindaco della Città degli Imperiali, Antonello Denuzzo, ha difatti proclamato il lutto cittadino in concomitanza col giorno dell’ultimo saluto al piccolo, scomparso prematuramente alla tenera età di sei anni. Il rito funebre sarà officiato presso la chiesa del Carmine in via San Francesco, davvero a pochi metri dall’origine di quella che può e anzi dev’essere definita una tragedia.
Intanto, sul corpicino ormai esanime del bambino l’altro ieri il medico legale Domenico Urso ha effettuato l’esame autoptico basato sui quesiti indicatigli dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Bari titolare del fascicolo d’indagine. Il termine per il deposito dei risultati è di 60 giorni, ma dalle prime indiscrezioni trapela come non si escluda un’ipotesi di possibile colpa medica, quella stessa colpa medica denunciata in Questura nel capoluogo dai familiari del piccolo che, durante l’autopsia, sono stati rappresentati dai consulenti tecnici di parte dottor Giorgio Fraia di Roma e professor Arturo Chieregato di Milano.
Lo scorso 18 giugno, intorno alle 8, la madre del bimbo – una 41enne francavillese separata dal marito – dopo che questi aveva ingerito del detersivo si era gettata dal balcone dell’appartamento nel quale risiede in via Capitano di Castri, sempre a Francavilla Fontana. La donna, dopo essere transitata dall’ospedale “Antonio Perrino” di Brindisi ed essere stata sottoposta a diversi delicati interventi chirurgici, si trova a tutt’ora ricoverata in una clinica specialistica di Milano, dove lotta per ritornare a una sorta di normalità.
Le sue condizioni sono ancora definite critiche, tanto che le è stato affidato un curatore o, meglio, una curatrice: l’avvocata Maria Pia Vigilante che, non a caso, nei giorni scorsi ha indicato quale difensore dell’unica indagata al momento – la madre del bambino – il legale Luca Mangia del Foro di Brindisi. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo in cooperazione ma non è ancora chiaro, evidentemente neppure a investigatori e inquirenti, in cooperazione con chi.
Quest’ultimo è da sempre molto vicino alla famiglia colpita dal dramma e ne cura gli interessi anche in un altro procedimento che pende presso la Procura di Brindisi per istigazione al suicidio e stalking nei confronti dell’ex marito della donna tentata suicida.
Per quanto concerne l’autopsia, i tempi non sono ancora maturi, ovviamente, per apprenderne i dettagli. Tuttavia, stando ad alcune indiscrezioni già trapelate, l’attenzione si sarebbe concentrata anche su alcuni eventuali errori che avrebbe potuto commettere il personale sanitario che ha avuto in cura il piccolo.
Non è chiaro, al momento, se da questa traumatica vicenda potranno emergere un giorno ulteriori particolarità rispetto a quelle note e magari altre persone sottoposte a indagini, ovviamente a loro tutela.
Si sa per certo che una giovanissima vita si è spenta troppo presto, sicuramente per responsabilità non imputabili a lui. Il resto della vicenda sarà ricostruito in seguito dalle Procure che indagano, giustamente col necessario contributo delle forze dell’ordine e degli avvocati investiti del caso.
Intanto, anche sul piano ufficiale, quella di ieri non è stata una bella giornata per Francavilla Fontana, sue istituzioni e intera cittadinanza. È stato il giorno del raccoglimento e del dolore, perché un bimbo di sei anni non dovrebbe in ogni caso, sempre e comunque, morire ad appena sei anni di età.