Dodici persone sono state arrestate nelle prime ore di quest’oggi, giovedì 14 luglio, dalla polizia di Stato di Brindisi, che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Le persone arrestate – sei in carcere e sei ai domiciliari – sarebbero appartenute al sodalizio clan Romano-Coffa, protagonista nel Brindisino. Gli episodi sui quali ha indagato la Squadra mobile riguardano droga, estorsioni e spari.
“L’attività di indagine ha, innanzi tutto, consentito – si legge in una nota dellla questura – di delineare una puntuale mappatura delle piazze di spaccio operative in questo centro cittadino, che sarebbero controllate, quando non direttamente gestite, dal clan malavitoso in parola. Le piazze di spaccio maggiormente attive avrebbero interessato il quartiere Sant’Elia, vera e propria base operativa del sodalizio, il rione Paradiso e i luoghi della movida brindisina ove sovente avrebbero stazionato referenti del clan che si sarebbero avvalsi, per la consegna delle dosi di stupefacente, di pusher che, nell’ottica di una pronta e facile mobilità, oltre che per evitare i controlli, spesso si sarebbero mossi con performanti e-bike”.
“Nel corso delle indagini sarebbe emerso – è scritto nel comunicato – che l’attività di spaccio, nel novembre 2019, avrebbe avuto un grave epilogo col decesso di un giovane tossicodipendente. Questi, allontanatosi da una comunità terapeutica presso la quale era degente, a causa dell’assunzione di una dose di stupefacente, perdeva la vita mentre si trovava al rione Paradiso di Brindisi, nell’abitazione di una donna che lo aveva momentaneamente ospitato e lo aveva agevolato nell’acquisto della droga”.
“Oltre alle attività di spaccio di stupefacenti, che sarebbe stata esercitata anche in maniera associata, le indagini avrebbero posto in risalto come molti commercianti di questo centro fossero costretti a sottostare a continue vessazioni da parte del gruppo criminale attenzionato. I soprusi avrebbero spaziato tra l’omesso pagamento di quanto acquistato o prelevato negli esercizi commerciali e vere e proprie richieste estorsive, a volte di poche decine di euro, cui i commercianti erano costretti a soccombere pena la minaccia di gravi ritorsioni o con l’esercizio di veri e propri atti di violenza”.
“L’inclinazione alla violenza dei componenti il gruppo criminale sarebbe stata altresì riscontrata in più episodi durante i quali sarebbero stati anche esplosi colpi di arma da fuoco, verificatisi al quartiere Paradiso e finalizzati ad affermare il controllo del territorio anche nei confronti di personaggi storicamente inseriti nella criminalità brindisina e che mal sopportavano la presenza di ‘nuove leve’ che, di fatto, ne insidiavano lo storico predominio. È stato eseguito, altresì, un decreto di sequestro patrimoniale preventivo di un immobile, in località Giancola, nella disponibilità del clan Romano-Coffa, che si sarebbe ritenuto, nonostante l’interposizione fittizia del bene ad altro soggetto, acquistato con in proventi delle attività illecite”.