Sbandieratori e musici danno fastidio? Sono scene e suoni del Torneo, ringraziamoli per l’impegno

 

di Eliseo Zanzarelli

Una polemica che era scemata nel corso dei due anni di pandemia: qualcuno mal digerisce il fatto che sbandieratori e musici dei gruppi di Oria si esercitino fino a tarda sera per prepararsi al meglio in vista del Corteo – Torneo dei Rioni, ma anche della Giornata della Bandiera, che si terranno ad agosto. E poi ancora per affrontare con dignità i futuri campionati nazionali Fisb.

Suono, non frastuono

Nessun problema per le bandiere, i fastidi deriverebbero da tamburi e chiarine. Non una polemica nuova, ma come negli scorsi anni anche sterile. Sbandieratori e musici, infatti, sono una delle componenti principali delle manifestazioni agostane, molto apprezzate dagli oritani e soprattutto dai turisti. Da una parte la scenografia, dall’altra la colonna sonora.

La necessità delle “prove”

Sbandierare e suonare non è semplice e non si arriva ai giorni clou coordinati e accordati senza un duro impegno nei mesi che precedono gli eventi. Si sa che i vari gruppi di sbandieratori e musici svolgono le prove, meteo permettendo, in diversi luoghi pubblici all’aperto: si pensi ai piazzali delle scuole o alla ex polveriera (magazzini generali della frutta).

Si allenano per sfidarsi al meglio e per offrire uno spettacolo di qualità, più che di quantità. Lo fanno da decenni e da decenni importano ed esportano un’immagine tradizionale e spettacolare della cittadina che rappresentano. Essi, infatti, rappresentano un orgoglio per Oria e non un problema per coloro i quali preferirebbero una maggiore quiete, dato che – come spesso si sente dire – alla sera devono andare a dormire presto e al mattino devono svegliarsi altrettanto presto. Poi però ad agosto pretendono, giustamente, di gustarsi rievocazioni degne della loro storia.

Il fu Palabandiera”

Ai tempi dell’Amministrazione guidata dall’ex sindaco Cosimo Pomarico, anche grazie all’impegno del consigliere Francesco Biasi (oggi presidente della Pro Loco), fu ottenuto un finanziamento per la costruzione di un “Palabandiera”, che sostituì un progetto destinato ai migranti. Cos’avrebbe dovuto essere? Semplicemente un luogo isolato nel quale, a turno, i gruppi sbandieratori e musici avrebbero dovuto esercitarsi limitando al massimo i disagi per la popolazione.

Quel “Palabandiera” sorse lungo la strada per il Santuario di San Cosimo alla Macchia quando già Maria Lucia Carone era diventata sindaca, con l’interessamento dell’assessore allo Sport Pasquale Salerno che con il supporto tecnico dell’ingegner Corrado De Iudicibus recuperò un progetto che sembrava destinato a perdersi. Nel frattempo, quella struttura da “Palabandiera” iniziale è divenuta un centro sportivo polifunzionale e persino un hub per la somministrazione dei vaccini anti-Covid. Ora ne fruiscono due volte a settimana sbandieratori e musici.

Ringraziamoli, senza criticarli

A parte tutto, sbandieratori e musici non andrebbero criticati a prescindere dalla location in cui si allenano. Ci mettono sforzo e passione. Non secondariamente, addestrano ragazzi e ragazze alla disciplina e alla fatica, distogliendoli da hobby meno sani e di fatto togliendoli dalla strada. Ragion per cui a questi uomini e queste donne, peraltro volontari e custodi delle tipicità locali, bisognerebbe dire a prescindere soltanto grazie.

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