Due giornate di confronto fra specialisti, università e territorio per inquadrare la patologia diabetica e le sue tante complicanze utilizzando la lente della pandemia da Covid19. Questo è l’obiettivo che si è dato il direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina dell’ospedale Dario Camberlingo di Francavilla Fontana, Giovanni Mileti, con il convegno Complicanze cardiovascolari e metaboliche della malattia diabetica in epoca Covid.
L’evento scientifico si è tenuto il 27 e 28 maggio scorsi al Castello Imperiali di Francavilla: durante le sessioni di lavoro si sono alternati numerosi relatori che hanno condiviso esperienze maturate negli ultimi due anni sulla cura e il trattamento del diabete nei pazienti Covid all’interno dei presidi del sistema sanitario pubblico e le loro recenti ricerche sul tema.
“È importante sapere che il diabete non è solo una malattia – spiega Mileti – ma è la causa di complicanze importantissime. Oggi affrontiamo questi argomenti alla luce di terapie innovative che hanno permesso di ridurre la mortalità nei pazienti e hanno evitato soprattutto la dialisi e gli eventi ischemici cerebrali. Sono terapie con le quali stiamo cominciando ad affrontare le tematiche legate al diabete e alle sue conseguenze con lo sguardo rivolto alla pandemia da Covid19: la terapia diabetologica oggi non solo permette di correggere le cause di un aggravamento della condizione clinica generale ma dà una mano a chi ha in cura i pazienti Covid affetti dalla patologia diabetica. Il nostro intento in questi due giorni è stato quello di mettere a confronto specialisti, università e territorio per garantire un percorso di cure adeguato e sicuro ai pazienti che abitualmente accedono ai nostri ambulatori”.
Tra i tanti relatori alternatisi durante il convegno, Gaetano Serviddio, professore ordinario di Medicina interna dell’Università di Foggia, ha sottolineato che “questa è stata un’ottima occasione per mettere insieme territorio e ospedale e affrontare due dei temi più di attualità in questo periodo: l’epatopatia steatosica e il diabete, con lo studio di casi clinici e la presenza di grandi relatori che hanno approfondito i diversi aspetti della questione, inquadrandola globalmente grazie ai tanti punti di vista proposti. Abbiamo l’opportunità di tirare le somme e di provare a fare innovazione terapeutica in una Puglia che guarda sempre di più al futuro e a percorsi di cura all’avanguardia per i pazienti ospitati nelle strutture regionali”.
Come ha ricordato Francesco Giorgino, professore ordinario di Endocrinologia dell’università di Bari, “il diabete di tipo 2 è una malattia complessa che comporta una serie di complicanze e anche di comorbilità, l’interessamento cioè di altri organi oltre al pancreas endocrino: pensiamo al cuore, al cervello, al rene, al sistema nervoso periferico, alla funzione cognitiva. Ci sono una serie di problematiche che il paziente e il medico devono innanzitutto saper riconoscere e poi affrontare. Oggi guardiamo alle persone con il diabete di tipo 2 con maggiore serenità grazie al grande aiuto che ci stanno dando le nuove classi di farmaci. Per fortuna, abbiamo a disposizione farmaci molto più efficaci sul controllo della glicemia ma soprattutto sulla possibilità di ridurre il rischio di sviluppare le suddette complicanze e il peso delle eventuali comorbilità. Sono già in uso, ad esempio, farmaci che riducono il rischio di infarto e di ictus ma anche quelli che diminuiscono sensibilmente la possibilità di un ricovero per uno scompenso cardiaco o il declino nel tempo della funzione renale che potrebbe portare anche alla dialisi”.
UFFICIO STAMPA ASL BR