Madonnaro morto a Lecce, fissata l’udienza preliminare per il presunto aggressore: rapina aggravata e omicidio preterintenzionale

È stata fissata per il prossimo 4 ottobre l’udienza preliminare per il 24enne senegalese senza fissa dimora Mamadou Lamin, che proprio il 4 ottobre del 2021 avrebbe aggredito a scopo di rapina il 69enne Leonardo Vitale, madonnaro residente a Oria. Vitale morì l’11 ottobre successivo in ospedale a Lecce proprio a causa dei gravissimi traumi riportati e in primis per un’emorragia cerebrale.

Lamin è accusato di rapina aggravata e omicidio preterintenzionale. Infatti, non avrebbe inteso uccidere Vitale ma rapinarlo dei suoi averi, ossia un trolley contenente una bustina con 35-40 euro e i suoi ferri del mestiere, perlopiù gessetti colorati.

Il figlio di Leonardo Vitale, Giuseppe, si è rivolto all’avvocato Raffaele Pesce del Foro di Brindisi per far valere le sue ragioni a giudizio e soprattutto per chiedere giustizia per suo padre. Il cittadino senegalese, invece, è difeso dall’avvocato Alessandro Stomeo del Foro di Lecce.

L’avvocato Raffaele Pesce

L’udienza preliminare sarà celebrata dinanzi alla gup del Tribunale di Lecce Cinzia Vergine, che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla pm Giorgia Villa.

Quel giorno d’inizio ottobre, Vitale e Lamin si sarebbero incontrati in una rivendita di kebab a Lecce e il senegalese avrebbe notato la disponibilità economica del primo, individuato come una possibile preda. Dopo averlo seguito da via Liborio Romano, l’avrebbe trascinato in via Oronzo Quarta.

Una breve colluttazione e probabilmente un colpo allo zigomo di Vitale, che cadde e rovinò al suolo. Successivamente, il suo aggressore si sarebbe impadronito degli averi dell’artista di strada, lasciato agonizzante in terra, per fuggire in sella a una bici rubata. La principale causa della morte fu individuata dal medico legale Alberto Tortorella nell’emorragia cerebrale seguita alla caduta del madonnaro. In quel caso fu riscontrata anche un’ecchimosi sul volto di Vitale.

In seguito, Lamin riferì di aver agito in preda alla fame e di non essersi reso conto delle condizioni di Vitale. Negò anche di averlo mai colpito.

Vitale fu individuato a notte nei pressi della stazione ferroviaria, soccorso e trasportato d’urgenza al “Vito Fazzi” di Lecce. Nonostante un intervento chirurgico, dopo neppure una settimana per lui non ci fu nulla da fare, mentre gli investigatori della Squadra mobile leccese, analizzate le telecamere di sorveglianza, risalirono proprio al giovane africano.

È accusato, per l’appunto, di aver rapinato Vitale e di averlo ucciso ma oltre le intenzioni da lui in quel momento avute e palesate (omicidio preterintenzionale).

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