Saranno celebrati nel pomeriggio di oggi (16 febbraio 2022), alle 16, presso la chiesa dell’Immacolata a San Vito dei Normanni, i funerali di Sara Viva Sorge, 27enne scomparsa a seguito di un incidente stradale nella prima mattinata di ieri lungo la strada provinciale che collega San Michele e San Vito dei Normanni. Era di ritorno dal lavoro al presidio ospedaliero “San Raffaele” di Ceglie Messapica, specializzato in riabilitazione, dove da neppure un mese aveva preso servizio come infermiera.
Due turni di notte
La tragedia che ha colpito Sara ha scosso le coscienze e smosso anche il sindacato Cgil Funzione pubblica, che ha evidenziato come – circostanza tutta da accertare, nel caso – la stanchezza dopo due turni di notte, l’uno dopo l’altro, potrebbe aver giocato un ruolo su quanto purtroppo accaduto.
L’incidente
L’orologio non segnava ancora le 7 del 15 febbraio, quando il padre dell’operatrice sanitaria – preoccupato per il suo ritardo nel rincasare e nell’impossibilità di raggiungerla al telefono – si è messo in macchina e ha cominciato a cercarla nel tragitto, che da circa 20 giorni a questa parte, percorreva quotidianamente sia per raggiungere che per tornare da Ceglie Messapica.
Ha trovato sua figlia ancora lì, in un terreno agricolo nelle campagne al confine tra San Michele Salentino e San Vito dei Normanni, esanime nelle lamiere accartocciate della sua Renault Twingo. La scoperta peggiore che un genitore possa fare. Inutile l’arrivo dei soccorsi, Sara aveva già perso la vita. L’auto, stando alle prime ricostruzioni, è dapprima uscita di strada, poi ha impattato contro un palo dell’elettricità in cemento, infine ha terminato la corsa sulla nuda terra. L’abitacolo dell’utilitaria si è deformato e per l’infermiera non c’è stato alcunché da fare.
Comunità in lutto
La scomparsa di Sara ha suscitato grande commozione nella sua comunità d’appartenenza, ma anche nel mondo del lavoro, soprattutto in ambito sanitario. Quel mondo che da più di due anni a questa parte deve fronteggiare l’emergenza pandemica e la gestione ordinaria di casi altrettanto delicati, come quelli del “San Raffaele”. Una struttura d’eccellenza che, dopo anni di sacrifici e studio, Sara era riuscita a conquistare e, felice come solo chi sa di poter fare del bene al contempo realizzandosi professionalmente, sentiva ormai casa sua.
Ora la piange la sua famiglia San Vito dei Normanni, la piange il “San Raffaele”, la piangiamo tutti. Cose del genere non dovrebbero mai accadere, a prescindere dalle effettive cause del sinistro, tutte ancora da ricostruire.