Di seguito una nota da parte dell’ex senatore, consigliere regionale e comunale Euprepio Curto:
L’intesa raggiunta tra il Comune di Francavilla Fontana e la Provincia di Brindisi sull’allocazione della nuova sede dell’Istituto Tecnico Industriale si presta ad alcune osservazioni.
La prima. Il centrodestra è stato del tutto assente dal dibattito politico che ne è seguito, lasciando alle due anime della sinistra francavillese il confronto tra le due diverse opzioni: Via Madre Teresa di Calcutta o l’ex quartiere fieristico. Ebbene, tutto ciò è già di per sé deprimente!
La seconda. Qualunque sia la definitiva allocazione, la classe politica tutta avrebbe dovuto preliminarmente interrogarsi se nei prossimi anni il territorio (e quindi non solamente Francavilla Fontana e la sua Provincia) avranno la necessità di un tale ciclo di studi, oppure no!
Una domanda che sarebbe dovuta sorgere spontanea, tenuto conto che l’ultimo colpo mortale inferto al settore dell’aerospazio è stato quello dell’acclarata inidoneità del sistema d’imprese del territorio ionico-salentino ad intercettare le straordinarie occasioni di sviluppo che pure le erano state offerte dalla presenza di Alenia.
Una opportunità non colta, sicuramente per responsabilità dei vertici di Finmeccanica, ma anche per l’immaturità di un sistema imprenditoriale tanto pronto a privatizzare i profitti quanto lesto a socializzare le perdite. Cosicché, nel mentre centinaia di giovani scoprivano l’amarezza della disillusione e l’incubo di un futuro diverso da quello ipotizzato, pochi privilegiati costruivano autentiche fortune senza avere mai posseduto un capannone, impianti, tecnologie, dirigenti qualificati. Come dire: si erano arricchiti senza aver mai fatto impresa. Nel silenzio totale di gran parte della Politica e della totalità delle forze sindacali.
Se poi a tutto ciò si aggiungono le controversie con Boeing, a causa di difetti di produzione su elementi commissionati alle aziende locali, come l’ultima sorta a causa di difetti riscontrati nei pezzi in lega di Titanio commissionati da Alenia ad una azienda locale, a cui seguì il crollo in Borsa della stessa Alenia, il quadro che emerge appare invero deprimente, e non giustifica affatto un impegno economico così considerevole come quello necessario per il nuovo Itis.
Urge, invece, una riflessione complessiva sulla evoluzione del mercato del lavoro e sulle nuove figure di cui a breve potrebbe esserci necessità
Il problema è che non è dato sapere chi possa dare il via a questo straordinario momento di analisi se anche economisti di grande valore, che peraltro stimo profondamente, negli scorsi giorni, intervenendo appunto sulla crisi del sistema aeronautico ionico-salentino si sono limitati ad ipotizzare “misure di sostegno specifiche”, come se non bastassero le vagonate di milioni di euro che tale sistema economico ha già ricevuto.
Sintesi finale: alla luce di un quadro d’insieme così compromesso, è o non è opportuna una rivalutazione complessiva dell’iniziativa, ripeto: anche alla luce della nuova e diversificata domanda emergente dal mercato del lavoro?