Offerta didattica di qualità e tante nuove idee: così è cresciuto il terzo comprensivo. Fuori dalle aule i vecchi pregiudizi…

La dirigente scolastica Adelaide D’Amelia

di Eliseo Zanzarelli

Lo studio prima di ogni altra cosa, poi l’insegnamento, infine la dirigenza. Dall’inizio dell’anno scolastico 2019, la sfida più grande: rendere l’onore e l’appetibilità che merita al Terzo istituto comprensivo di Francavilla Fontana. Un compito che la dirigente scolastica Adelaide D’Amelia ha assunto e sta svolgendo con grande entusiasmo, ottenendo risultati, inizialmente solo immaginati, anno dopo anno e malgrado le difficoltà causate dall’emergenza pandemica. La professoressa, originaria di Salerno, ha accettato l’incarico in Puglia per cominciare una carriera improntata al rigore ma anche allo spirito di servizio nei confronti del personale e della popolazione scolastici in genere, genitori inclusi.

Un mondo, quello della scuola, che conosce a menadito per averlo frequentato sia da studente, sia da docente.
Ben cinque lauree conseguite presso l’Università di Salerno (una delle quali in Giurisprudenza, seguita dall’abilitazione all’esercizio della professione forense), tre corsi annuali di formazione, due master biennali e un master di primo livello per dirigenti scolastici ne fanno una dei “presidi” più titolati d’Italia. Quindici anni d’insegnamento (italiano e storia, le sue materie) poi l’affermazione nel concorso da dirigente.

Da un biennio a questa parte, l’impegno spasmodico – senza orari – per affrancare dai pregiudizi dei plessi scolastici, quelli del Terzo comprensivo francavillese, in passato un po’ snobbati in quanto ubicati in una zona delicata della Città degli Imperiali: il quartiere San Lorenzo.

Un impegno ripagato dagli ottimi riscontri: non più perdite d’iscrizioni fino a cento l’anno, ma parità tra coloro che terminano il ciclo primario di studi, andando via, e coloro che lo iniziano.

La ricetta è tanto semplice quanto innovativa, perlomeno a queste latitudini: introdurre alternative utili e apprezzate dalle famiglie al percorso di studio ordinario.

Degli esempi: “Clil” sia nella primaria che nella secondaria di primo grado, anche per materie differenti dalla lingua inglese; madrelingua inglese sin dalla scuola dell’infanzia; giochi matematici dell’Università Bocconi sempre presenti, con alunni che sovente raggiungono le finali nazionali; olimpiadi di “problem solving”; tempo pieno articolato anche nella secondaria di primo grado (unica nel territorio); tempo pieno alla primaria; progetto “Pitagora” di eccellenza matematica (nella secondaria di primo grado il libro di testo è quello di matematica e geometria del primo anno di liceo scientifico; opzione lingua spagnola per le classi terminali della secondaria; scuole dell’infanzia aperte sin dalle 7 del mattino per andare incontro alle esigenze lavorative di mamme e papà.

E, dopo dieci anni, la scuola dell’infanzia si è arricchita di una sezione. La sezione “Primavera” per le bimbe e i bimbi che compiono due anni entro il 31 dicembre è l’unica autorizzata nella provincia di Brindisi, oltre che una delle poche in Puglia.

Il tutto, in un clima sereno, disteso e ben accetto tanto dal personale scolastico quanto, soprattutto, da genitori e discenti. La professoressa D’Amelia – schiva e riservata, ma sempre disponibile – non se ne vanterà mai pubblicamente, ma effettivamente un cambiamento l’ha apportato. Il Terzo comprensivo può già dirsi al pari degli altri istituti. Sembra la normalità, ma prima – perlomeno stando a numeri e stereotipi – non lo era affatto…

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