Sversamento di resti animali tra le campagne e in falda: l’inchiesta “Sangue amaro” sfocia a processo

Sono state rinviate a giudizio dal Gup del Tribunale di Lecce Alcide Maritati le persone coinvolte nella cosiddetta inchiesta “Sangue amaro”, accusate a vario titolo di aver sversato nelle campagne e in falda scarti derivati dalla macellazione di animali. L’operazione dei carabinieri forestali, coordinati dalla DDA leccese, sfociò 12 mesi fa nell’esecuzione di diverse misure cautelari personali e reali (furono sequestrati beni per circa tre milioni di euro). Ora, terminate le indagini e celebrata l’udienza preliminare, si va a processo con rito ordinario: inizierà il prossimo 28 marzo.

Al centro delle investigazioni, condotte anche con appostamenti, finì un pozzo artesiano – ubicato a Francavilla Fontana – che sarebbe stato in più occasioni impiegato per lo scarico del sangue di animali macellati. L’indagine partì da tutta una serie di esposti presentati alle Autorità dai residenti in contrada Salinelle, ad Oria, che lamentavano l’immissione di cattivi odori nell’aria, sospettando un opificio del settore operante nella zona e specializzato, per l’appunto, nello smaltimento dei resti della macellazione.

Ora, incardinata la fase processuale, si potrà far luce sulla vicenda e accertare le eventuali responsabilità del caso.

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