Il grido d’allarme di operatori sanitari e farmacisti: “Siamo oberati, serve una stretta, maggiori prudenza e controlli”

 
 

Sempre più frequenti le segnalazioni – riservate – da parte di operatori sanitari (medici e infermieri) e di farmacisti circa la situazione vaccini e tamponi nella provincia di Brindisi, ma non solo. Sono oberati, in quanto scarseggerebbero tanto la prudenza quanto i controlli. L’assalto agli hub vaccinali è un dato sotto gli occhi di tutti: il vaccino serve ed è ambito sin dai 5 anni in su. 

I tamponi servono e sono ambiti. Il sistema della prevenzione, però, è in forte affanno. 

È la diretta conseguenza di enormi concessioni – dicono quelli del settore – e di controlli che potrebbero essere più intensi. 

Per ovvie ragioni professionali, gli operatori preferiscono mantenere l’anonimato, ma “usano” la stampa a ché amplifichi il loro grido di dolore ed eviti, nel caso, allo stesso tempo, conseguenze ancora peggiori.

Coloro che hanno contattato in tal senso Lo Strillone sono stati molto chiari. Si prova a fare sunto delle loro recriminazioni: “Noi siamo sempre stati in prima linea e ci restiamo, ma così non va bene. Si è perso ogni senso di responsabilità, in pochi usano i dispositivi di protezione individuale e adottano le cautele necessarie; in molti si assembrano in luoghi pubblici e privati. Sono tantissimi i positivi nei diversi comuni, come peraltro dimostrano i dati in possesso di ciascun singolo medico di famiglia. Sono tantissime le persone in fila per un tampone e quelle in quarantena. Bisogna limitarsi e, in qualche modo, limitare le occasioni conviviali, magari anche rafforzando i controlli. Bisogna evitare spettacoli evitabili, come quelli di scuole, associazioni e via discorrendo. Qui ci stiamo giocando moltissimo, ma troppi ancora non l’hanno capito. La pandemia non è finita, dobbiamo stare più attenti. Vaccinarsi non basta”. 

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