Era la tarda serata del 7 novembre 2011 quando perse la vita Damiano Spina, che aveva appena 30 anni. Il giovanissimo ma già esperto imprenditore, che aveva preso le redini della nota azienda Spina Sapori di Puglia, tuttora portata con successo avanti dalla sua famiglia, perse il controllo della sua Fiat 500 lungo la strada statale Taranto-Brindisi. Mai dimenticato da chi lo conobbe, lasciò numerosi ricordi e un vuoto che ancora oggi è impossibile colmare.
Oggi, a distanza di dieci anni dalla scomparsa di Damiano, il fratello Giampiero ripercorre quella tragica giornata:
Sono passati 10 anni da quel terribile giorno che ti ha portato via! Ricordo tutto attimo per attimo come se fosse stato ieri, il 7 novembre 2011 alle 23.30 mi chiama il mio amico Alessio che lavorava al 118 chiedendomi dove mi trovavo in quel momento e di andarlo a prendere perché dovevamo andare urgentemente, Damiano aveva avuto un incidente!
Mi vestii in un attimo e andai a prenderlo, la sua faccia mi fece subito capire la gravità. Mi disse vai verso Brindisi sulla statale, nel frattempo chiamò un suo collega del 118 per chiedergli ulteriore conferma che fosse davvero lui e delle condizioni in cui si trovava, chiuse la chiamata con ok e con un sospiro.
Mentre ci dirigevamo verso Brindisi io urlavo ad Alessio e gli pregavo di dirmi di più, lui chiuse gli occhi e mi disse “Damiano non c’è più”. “Non ci credo” gli dissi, non ci credo, aumentai la velocità ancor di più per raggiungerlo quanto prima, mettendo a rischio la mia vita e quella di Alessio.
Arrivai sul posto dell’incidente, c’erano i carabinieri e la sua macchina vicino al new jersey sulla statale, fermai la macchina e scesi al volo chiedendo ai carabinieri dove stava mio fratello, loro mi dissero che stava all’ospedale e mi rimisi in macchina proseguendo a tutta corsa verso l’ospedale Perrino di Brindisi.
Arrivai dentro il pronto soccorso, il medico di turno era una donna, mi disse con una certa freddezza che mio fratello non ce l’aveva fatta, era sul lettino se lo volevo vedere, con un lenzuolo addosso.
Mi sembrava un incubo, iniziai a fare le telefonate perché non sapevo come dirlo a mia madre e mio padre, a mio fratello Luigi. Oltre al dolore e alla perdita dovevo pensare anche a loro, come faceva Damiano , perché anche se era un figlio era come se fosse il capo famiglia.
Lui si preoccupava di tutti, prima venivamo noi fratelli, mamma e papa’ e poi lui. Non siamo mai riusciti a capire la dinamica dell’incidente, c’era un solo testimone sul verbale dei carabinieri che si era rifiutato anche di parlare con noi per raccontarci la dinamica.
Per i carabinieri la dinamica era chiara, il testimone era attendibile, Damiano dopo il sorpasso aveva perso il controllo della sua Fiat 500 andando a sbattere sul guardrail e poi sulla barriera new jersey, caso chiuso ed archiviato.
Altri testimoni raccontarono versioni diverse contrastanti ma non se la sentivano di andare davanti ad un giudice. Per non parlare delle voci, anzi pettegolezzi di paese, che parlavano di una rapina, tesi improbabile poiché Damiano aveva una somma in contanti che combaciava con le ricevute di incasso del giorno e con quelle restituite dalla polizia in ospedale insieme ad altri effetti personali anche di valore.
Per noi tanti lati oscuri, all’epoca non avevo tanta esperienza dal punto di vista legale, ma l’avvocato che avevamo incaricato disse che non ne valeva la pena e che per scoprire e accertarsi della dinamica avvalorata dai carabinieri avremmo dovuto iniziare un calvario in tribunale e perizie, autopsie, ecc…
Dopo un annetto mi rivolsi ad un altro avvocato molto onesto, il quale mi disse che si poteva procedere ma servivano gli elementi per far riaprire il caso che oramai dopo 6 mesi dall’incidente era già stato archiviato.
Un calvario che non avrebbe mai portato indietro Damiano, ma che forse l’avrebbe fatta pagare all’eventuale responsabile dell’incidente.
Purtroppo Damiano oramai non c’è più, mi auguro che se le cose siano andate diversamente la giustizia divina ne tenga conto per l’eventuale o gli eventuali responsabili dell’incidente. Anche se la vita è andata avanti per noi l’orologio si è fermato a quel giorno, quell’ora e quei minuti in cui abbiamo scoperto che un pezzo del nostro cuore se ne era andato via per sempre dalla Terra.
Dieci anni sono volati e abbiamo convissuto con il dolore e la tristezza , con i crampi nello stomaco e la mancanza d’aria in tanti momenti che avremmo voluto averlo qui vicino.
Sicuramente se davvero esiste un’altra dimensione e lui ha la possibilità di guardarci dall’alto sa tutto quello che proviamo, sicuramente sarà fiero per i nostri successi ed è merito suo tutto questo, in primis per i valori che ci ha trasmesso nella sua esistenza terrena, la sua bontà, la precisione, la lealtà e la professionalità.
Chi lo ha conosciuto può capirmi, aveva dei valori, la simpatia , i modi di fare, la bontà e sul lavoro nonostante la sua giovane età era un vero professionista. Per me non è stato un semplice fratello ma molto di più e devo dire grazie a lui per quello che sono.
Oggi il Gruppo Spina è composto da due società, la Selectus srl nata insieme a Damiano e la Damiano Spina srl nata nel 2016 per proseguire l’attività del conservificio di nostro padre.
La prima si occupa della distribuzione di prodotti alimentari e non, cash & carry specializzato per la ristorazione, logistica e distribuzione dei prodotti di produzione della Damiano Spina srl, vendita online.
Tanti sono stati i progressi in questi dieci anni, gli investimenti in innovazione in entrambe le aziende, l’acquisizione di mercato a livello nazionale ed internazionale soprattutto con l’azienda di produzione.
Damiano era un grande, dopo la sua scomparsa qualcuno pensava che noi non avessimo più voglia di continuare il nostro lavoro, ma noi siamo andati avanti nel nome di Damiano.
Gli ultimi prodotti, quelli di filiera super corta che coltivo direttamente io come il pomodorino di Manduria Presidio Slow Food escono con il marchio Damiano Spina Agricoltura, oramai il suo nome è ovunque e vorrei che non lo si dimenticasse mai.
Un momento emozionante è stato quello durante la trattativa con il gruppo Megamark (Dok-Famila, Cav. Pomarico), quando a settembre 2020 il responsabile degli acquisti grocery mi chiese una nuova linea di conserve di altissima qualità espressamente con il marchio Damiano Spina Agricoltura, un progetto che ha integrato la linea del pomodorino con altri ortaggi da noi coltivati.
Prossimamente istituiremo una borsa di studio dedicata alla memoria di Damiano Spina perché vogliamo continuare a diffondere e fare del bene.
Ci mettiamo il cuore in quello che facciamo, vogliamo che lui sia fiero di noi per questo andiamo avanti migliorandoci sempre di più sperando che lui sia orgoglioso di noi!
Lunedì 8 novembre ci sarà una messa dedicata a Damiano alle ore 18:00 presso la chiesa di San Domenico che si trova ad Oria in Piazza Lorch.