Dalla rissa al tentato omicidio passò poco tempo, giusto qualche ora. Il bilancio scaturito dalle indagini dei carabinieri della Stazione di Oria col supporto dei colleghi della Compagnia di Francavilla Fontana, coordinati dalla Procura della Repubblica di Brindisi nella persona del sostituto procuratore Pierpaolo Montinaro, riferisce di misure cautelari – concesse dal Gip Tea Verderosa – nei confronti di cinque persone, tutte di Oria: un 30enne è stato trasferito in carcere perché indagato per tentato omicidio, rissa e porto illegale d’arma da fuoco; un 51enne (rimasto ferito e fattosi medicare in ospedale a Manduria) è indagato per rissa, così come una 43enne sua parente, un 58enne e un 25enne (questi ultimi due tutti imparentati tra loro). Per loro quattro è stato soltanto disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Un 45enne, infine, è indagato per favoreggiamento personale, ma per lui nessuna misura.
La rissa fu quella scoppiata tra piazza Manfredi e piazza Lorch, nel cuore del centro storico di Oria, tra sabato 4 e domenica 5 luglio 2020, in quella che fino ad allora sembrava una tranquilla serata d’inizio estate. Qui si affrontarono due opposte fazioni, tra le quali i nervi pare fossero tesi già da prima per via di questioni personali – per meglio dire: familiari – mai sopite. Qualche parola di troppo ed ecco che proprio in prossimità di un noto bar della principale agorà oritana, affollata come spesso in estate, si passò alle vie di fatto: spintoni, calci, pugni, minacce e danneggiamenti.
L’aria sembrava essersi calmata, ma ecco che la baraonda riesplose poco più giù rispetto a Porta Manfredi e in prossimità di piazza Lorch, dove i gruppetti rivali tornarono a sfidarsi fisicamente e verbalmente, col supporto di alcuni rispettivi “simpatizzanti”.
Dopo un po’ giunsero sul posto i carabinieri e tutto sembrò nuovamente placarsi. La calma si dimostrò, però, solo apparente. Trascorse qualche ora appena e qualcuno, sempre nei paraggi, sparò all’indirizzo di un’auto: anzi, di due auto. Una in parte giusta, l’altra del tutto sbagliata. La prima auto era, infatti, quella nella quale si sarebbero dovuti trovare due dei protagonisti della rissa; nella seconda – raggiunta da un solo proiettile dei cinque esplosi – vi era invece una coppia che nella querelle non c’entrava assolutamente alcunché. Stando sempre ai risultati delle investigazioni, nella prima auto presa di mira, si trovavano la 43enne finita sotto indagine e un’altra persona estranea ai fatti, scambiata da lontano e nel buio per il 51enne che durante la rissa si era trovato dalla stessa parte della 43enne e che, prima dell’arrivo dei carabinieri, si era messo al volante della stessa auto.
A sparare, sempre secondo inquirenti e investigatori, sarebbe stato il 30enne finito in carcere. Quest’ultimo sarebbe stato contiguo all’altra fazione dei rissanti e avrebbe preso talmente la faccenda sul serio da aver tentato di uccidere i rivali a colpi d’arma da fuoco. Poi, qualcuno avrebbe tentato di coprire il suo operato: sempre secondo le carte, il 45enne indagato per favoreggiamento: avrebbe fornito e suggerito una versione di comodo per sviare le indagini.
Indagini serrate e condotte con mezzi sia tradizionali che tecnologici, quelle dei militari dell’Arma in forza all Stazione di Oria – guidata dal luogotenente Roberto Borrello – e della Compagnia di Francavilla Fontana – guidata dal capitano Gianluca Cipolletta – sui cui esiti ha concordato il pm Montinaro e successivamente anche la Gip Verderosa. Una nottata insolitamente movimentata, quel 5 agosto. Non a caso, il nome dato all’operazione di polizia giudiziaria, condotta nelle prime ore del mattino di quest’oggi (mercoledì 27 ottobre 2021) è “Crazy Night”. Se le ricostruzioni si riveleranno valide, saranno le prossime fasi del procedimento, ed eventualmente del processo, a stabilirlo.