Così il consigliere regionale e presidente del Comitato di protezione civile Maurizio Bruno (Pd):
La Sanità in Puglia sta per cambiare.
Con i 630 milioni del Pnrr, nei prossimi anni, costruiremo un’assistenza territoriale che non abbiamo mai avuto prima. Con Ospedali di Comunità e Case della Salute in tutte le province.
L’emergenza Covid in questi mesi ha portato alla luce problemi oggettivi, con le strutture più piccole in difficoltà per carenza di posti e personale, davanti all’ondata di casi ogni giorno.
Ma allo stesso tempo, proprio questa stessa emergenza e i fondi messi a disposizione della Puglia per uscirne, ci danno l’occasione per ripensare tutto.
Con il Pnrr potremo realizzare 31 ospedali di comunità e aprire 500 nuovi posti letto.
Creare una rete di strutture “a ricovero breve” destinate a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media e bassa intensità clinica e per degenze di breve durata. Senza così intasare gli ospedali, da lasciare a ricoveri e interventi più urgenti.
Ma allo stesso tempo senza lasciare questi pazienti meno gravi senza un’assistenza territoriale all’interno di una struttura.
A tutto questo si aggiungerà o si affiancherà la riattivazione o il rafforzamento delle strutture ospedaliere già esistenti sui territori, ridimensionati negli ultimi anni.
Le case della salute saranno infine dei grandi poliambulatori, dove inserire i medici di base, i pediatri e la guardia medica, per un bacino di utenza di 30mila abitanti. Più telemedicina e l’assistenza domiciliare.
La Sanità in Puglia insomma si appresta a diventare assistenza capillare su tutto il territorio, ad avvicinarsi al cittadino e ai suoi bisogni. E a garantire anche l’eccellenza nei casi più gravi.
Ma tutto questo non potrà avere il giusto effetto senza un rafforzamento anche del personale, oggi in Puglia scarso, con la mancanza di almeno 6.000 professionisti tra medici e infermieri e una disparità di trattamento nella distribuzione delle risorse che ha visto la Puglia enormemente penalizzata.
La vera sfida sarà questa. E purtroppo, sul fronte delle assunzioni, non potremo contare sui fondi del Pnrr, ma sulle nostre risorse.