La Procura della Repubblica di Brindisi ha intimato al Comune di Oria di procedere alla demolizione di tre fabbricati abusivi i cui proprietari sono già stati condannati, negli anni scorsi, dal Tribunale di Brindisi. L’ente dovrebbe provvedervi da sé per poi, eventualmente, rivalersi sui privati e recuperare i soldi spesi. La cifra complessiva indicata nei provvedimenti giudiziari ammonta a circa 700mila euro, una somma ingente che comprensibilmente si cerca di risparmiare.
Le strade percorribili, al momento, sarebbero essenzialmente due: l’accensione di un mutuo finalizzato alla demolizione; la dichiarazione d’interesse pubblico (con relativa confisca) di almeno qualcuno tra gli immobili, che sarebbe poi destinato ad attività in ambito sociale, si pensi – solo per fare degli esempi – a interventi nel settore dell’emergenza abitativa e/o dell’integrazione.
Della questione si parlerà nuovamente in maggioranza e seguirà un dialogo con gli stessi organi di giustizia per concordare il da farsi, anche perché un paio di quei fabbricati (uno è una sorta di struttura ricettiva con piscina) suscitano particolare interesse: acquisendoli al suo patrimonio, il Comune non dovrebbe sborsare centinaia di migliaia di euro e quello che oggi si presenta come un onere piuttosto gravoso potrebbe persino trasformarsi in un vantaggio economico-finanziario, successivamente a beneficio della collettività.
Diversamente, sorgerebbe un’incognita: se anche fossero finanziati e anticipati quei soldi, poi il Comune riuscirebbe a recuperarli dai cittadini interessati oppure continuerebbero a pesare sulle spalle dei contribuenti? Una grana di non poco conto per l’Amministrazione Carone – incolpevole – che ora è costretta a correre ai ripari districandosi tra equilibri di bilancio e osservanza dei provvedimenti giudiziari.