di Eliseo Zanzarelli
L’amministrazione comunale di Oria ha deciso di porre un freno al servizio di rimborso per i genitori che necessitano di accompagnare i propri figli disabili presso strutture di cura e riabilitazione nel raggio di 200 chilometri. Fino allo scorso anno, grazie a una delibera del 2011, le famiglie oritane potevano ottenere, a richiesta, 0,15 centesimi per chilometro percorso e senza limiti di reddito. Da quest’anno, invece, è stato introdotto un limite, rappresentato dal coefficiente ISEE: nessun contributo ai nuclei che superino i 7mila euro annui.
La novità, ovviamente, non è piaciuta a tutti e in primis ai cittadini interessati (in tutto, una decina di famiglie) ed è stata oggetto di un’interrogazione rivolta alla sindaca Maria Lucia Carone, nel corso dell’ultima seduta delle assise civiche, dal consigliere comunale di opposizione Domenico D’Ippolito, secondo il quale la soglia fissata è troppo penalizzante e andrebbe o eliminata o magari ritoccata all’insù fino ad almeno quota 15mila euro.
All’interrogazione di D’Ippolito ha risposto l’assessore alle Politiche sociali e famiglia Cosimo Delli Santi, il quale ha spiegato il provvedimento della Giunta punti a una maggiore equità sociale e si proponga, anzi, di andare incontro e di privilegiare quei cittadini che, per reddito e patrimonio, davvero hanno meno rispetto ad altre.
Secondo Delli Santi, per esempio, una famiglia che può contare su due stipendi può sobbarcarsi il costo senza dover gravare sulle casse comunali, mentre una famiglia monoreddito e con ISEE fino a 7mila ha oggettivamente maggior bisogno di sostegno. L’amministratore locale fa presente, inoltre, che il Comune, in collaborazione con la protezione civile, ha allestito un servizio di trasporto gratuito su pulmino aperto a tutti, anche a coloro i quali non abbiano più diritto al contributo per chilometro.
Un concetto, però, quello dell’argine economico, comprensibilmente difficile da assimilare e accettare da parte di quegli utenti che finora hanno potuto inserire anche la voce rimborso nei bilanci familiari. Vi è il caso di un padre che, al ritorno dal lavoro, due volte a settimana accompagna il figlio presso la “Nostra Famiglia” di Ostuni. Lo accompagna in auto poiché suo figlio, affetto da autismo, non tollera la confusione né i tempi di attesa del pulmino comunale. Ora non gli spetta più quel, pur esiguo, sostegno comunale in quanto il suo ISEE – nonostante a casa sia l’unico a lavorare – sfora di poco il limite stabilito.
“Le disabilità non sono tutte uguali e le necessità familiari neanche”, dice il genitore. Oria dista da Ostuni 29 chilometri, quindi andata e ritorno 58: prima, recandosi due volte, gli spettavano circa 18 euro a settimana; oggi, invece, zero euro.
“Non che fosse un contributo enorme, con 18 euro non fai il pieno neanche a una moto-ape, ma perlomeno si poteva contare su un piccolo aiuto e avere l’impressione che il Comune fosse un minimo solidale nei confronti dei cittadini con disabili a carico. Ora, per me e per altri genitori, neanche quello…”, commenta il papà del bimbo autistico.
Un’altra domanda ricorrente è: ma se proprio di doveva “tagliare”, era proprio necessario farlo nel Sociale?
“Sono rammaricato per la situazione delle poche famiglie rimaste escluse dal rimborso – dichiara ancora l’assessore Delli Santi – ma quando si fissa un tetto, il superamento di quel tetto finisce per penalizzare tutti coloro che lo sforano anche di poco, non si può intervenire ad personam per innalzarlo perché se anche lo portassimo a 8mila, poi ci sarebbe qualcuno che lo sfora di poco e quindi dovremmo portarlo a 9mila e così via… Non se ne uscirebbe più. I Servizi sociali del Comune e l’Ambito sociale Brindisi 3, comunque, mettono a disposizione tutta una serie di servizi e agevolazioni anche per le famiglie con disabili a carico, sempre nell’ottica della solidarietà e della limatura delle difficoltà che questi cittadini devono quotidianamente affrontare”.
Il Video della discussione in Consiglio comunale:
http://comuneoria.media-service.it/streaming/archivio/cc_12082021.mp4