di Eliseo Zanzarelli
Vi è da premettere che il diretto interessato, sinceramente costernato, ha già chiesto scusa urbi et orbi. Ha fatto però molto discutere l’uscita poco felice del consigliere comunale di Francavilla Fontana, Mimmo Tardio, capogruppo di Art.9, in risposta a un commento sotto un post sul profilo facebook del collega consigliere di minoranza Luigi Galiano.
Citando nientemeno che Gesù, Tardio – storico docente di Religione delle superiori – ha scritto che le perle non vanno date ai porci. Nel caso specifico, i porci sarebbero stati i cittadini francavillesi, che sui social e anche in piazza, lo scorso 29 luglio e dopo, non avrebbero dato la giusta importanza allo spettacolo (a pagamento) organizzato dal Comune con ospite d’eccezione Sergio Rubini.
In un moto d’impeto, Tardio ha cominciato a replicare alle critiche, anche severe, mosse all’Amministrazione da lui sostenuta, sia da rappresentanti politici, sia da comuni cittadini, rispetto all’evento in sé e in generale al cartellone estivo allestito dalla Giunta Denuzzo.
Maurizio Bruno (consigliere regionale e comunale) ha scritto, per esempio, che il “popolino” – altra uscita poco felice – si aspetta altro e quindi bisognerebbe andargli incontro. La querelle non è sfuggita neppure al consigliere comunale d’opposizione Antonio Andrisano, il quale si è cosparso il capo di cenere in qualità di esponente delle istituzioni:
“L’Amministrazione Denuzzo si presenta come un’Amministrazione di garanzia anche per quanto concerne il linguaggio sui social, tant’è vero che ha nominato persino una Garante, poi però il cattivo esempio arriva proprio dall’interno. Io credo – chiosa Andrisano – che noi politici in primis dovremmo cercare d’indirizzare la gente verso educazione e valori, per strada e nella realtà virtuale: è per questo motivo che mi scuso anch’io per quanto, purtroppo, accaduto”.
I commenti e l’indignazione si sono susseguiti, ma Tardio, dal canto suo, è stato autore di un pentimento operoso. Si è scusato a propria volta, se qualcuno si sia sentito offeso dalle sue parole e ha detto di dover fare i conti con la propria coscienza, che per lui conta eticamente più di ogni altra cosa.
I mugugni, sia politici che piazzaioli – poco importa che la piazza sia quella fisica o quella virtuale – restano. Il caso, però, potrebbe dirsi chiuso. Insomma, rientra nel diritto di opinione – costituzionalmente garantito – l’esprimere una critica, anche relativamente a una singola manifestazione estiva ovvero a una serie di eventi che piacciono ad alcuni, mentre ad altri per niente. In questi casi, de gustibus disputandum est (sui gusti si può discutere, magari pacificamente; ovviamente, ambo i lati).