Perché si emigra da Francavilla? Quasi un lavoratore su due dichiara meno di 5mila euro all’anno: tra disoccupazione, lavoro nero e sommerso

L’associazione di promozione sociale NATIVA ha analizzato i dati delle dichiarazioni dei redditi (IRPEF) e delle dichiarazioni IVA del comune di Francavilla Fontana, pubblicati a maggio 2021 dal Ministero dell’Economia e Finanza, in riferimento ai redditi dell’anno 2019.

Sono molti gli aspetti preoccupanti che i numeri ufficiali mettono in evidenza, a partire dal tasso di disoccupazione.

Infatti, a Francavilla più di una persona su tre non lavora.

Incrociando i dati del MEF con i rilevamenti dell’ISTAT sulla popolazione residente, è possibile stimare la percentuale di non occupati nella fascia tra i 18 e i 64 anni.

Su un totale di 35497 abitanti, sono 22046 i francavillesi tra i 18 e i 64 anni (62%) e, di questi, 8599 non lavorano.

Naturalmente, in questa fascia di età sono compresi anche gli studenti universitari francavillesi, che nel 2017 (ultimo dato disponibile) erano 1.040. Anche ipotizzando che questi ultimi appartengano tutti alla fascia dei non lavoratori, rimarrebbero 7559 persone prive di occupazione.

[Grafico 1: Francavilla Fontana: popolazione 18-64 anni, lavoratori e non lavoratori]

Com’è ovvio, i dati ufficiali, in quanto tali, non possono tenere conto del lavoro nero e del sommerso. Tuttavia indicano un andamento preoccupante.

All’interno della popolazione lavoratrice si rileva una netta maggioranza di lavoratori dipendenti (93%) contro un 7% di lavoratori autonomi e imprenditori (943 unità).

[Grafico 2: Francavilla Fontana: divisione dei contribuenti per categorie]

Tuttavia, i dati più interessanti da analizzare riguardano le fasce di reddito e i redditi medi pro capite dichiarati dai francavillesi.

Infatti, il 38,9% dei lavoratori francavillesi dichiara meno di 10.000,00€ all’anno.

E questo è il dato più preoccupante, che ci mostra una città estremamente povera in cui la maggioranza relativa dei lavoratori francavillesi ha dichiarato un reddito inferiore ai 10.000,00€ nel 2019. Ad aggravare ulteriormente questo dato, il calcolo del reddito medio annuo dichiarato da questa grande porzione di lavoratori: 4.952,90€ lordi, che sviluppano uno stipendio mensile medio di 412,74€.

Una cifra estremamente bassa, che facciamo un po’ fatica a considerare del tutto veritiera, anche in considerazione di alcuni aspetti, fra cui lo stile di vita medio dei francavillesi e la presenza di lavoro nero o grigio, nonché di contratti di lavoro che non rispecchiano fedelmente le prestazioni effettuate.

Un ulteriore spunto di riflessione riguarda il fatto che i lavoratori dipendenti con reddito fino a 8.000,00€ sono esonerati dal presentare la dichiarazione dei redditi. Pertanto, a titolo di ipotesi, si potrebbe dedurre che una parte di lavoratori titolari di partita Iva (obbligati a presentare dichiarazione dei redditi in ogni caso) si collochi proprio nella fascia tra 0 e 10.000,00€, con redditi annui molto bassi.

[Grafico 3: Francavilla Fontana: fasce di reddito]

Un altro dato sul quale vogliamo soffermare l’attenzione riguarda il confronto tra il reddito medio annuo di lavoratori dipendenti e pensionati (poco più di 15.000,00€ per entrambe le categorie), con i secondi in vantaggio di qualche centinaio di Euro, ad evidenziare il livello qualitativamente basso dell’offerta di lavoro nel territorio.

[Grafico 4: Francavilla Fontana: reddito medio annuale per categorie]

Per concludere, lasciando aperta la discussione sui temi affrontati, facciamo una breve riflessione. Dalle sue origini, l’essere umano si è sempre spostato per cercare nuove e migliori condizioni di vita. Evidentemente, quello del lavoro è un fattore determinante in questo senso. E Francavilla non è esente dal fenomeno storico e ormai radicato dell’emigrazione, rimanendo sempre più impoverita socialmente ed economicamente. Infatti più di 36.000 persone provenienti dalla provincia di Brindisi risultano iscritte nelle liste dell’AIRE (residenti all’estero) e nel 2019 i pugliesi rappresentavano il 18% dei 379mila emigrati dalle regioni meridionali verso il Nord.

Ovviamente si va via non solo per la questione occupazionale, ma anche per ragioni di vita e per cercare altrove stimoli che spesso in provincia mancano.

E anche per questo motivo, un obiettivo cardine intorno al quale ruota l’attività di NATIVA è proprio quello di creare le condizioni per far “tornare”, attraverso scambi socio-culturali ed economico-professionali, coloro che negli anni, volenti o nolenti, hanno lasciato la propria città d’origine.

[Fonti:
– i dati delle dichiarazioni dei redditi (IRPEF) e delle dichiarazioni IVA sono consultabili sul sito del Ministero dell’Economia e Finanza

– i dati sulle emigrazioni sono consultabili sul Rapporto Italiani nel Mondo 2020 di Fondazione Migrantes e il Report Migrazioni 2019 dell’ISTAT]

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