È ancora estate e i dati odierni, se raffrontati con quelli dello scorso anno, sono impietosi: molto meglio un’estate fa.
I contagi, nonostante i vaccini, continuano a salire giorno dopo giorno anche nella provincia di Brindisi (in due settimane, quasi +100: da 54 a 146) e in alcuni centri lo fanno più che in altri. Come, per esempio, ad Oria: coi suoi 33 casi positivi – dato da aggiornare, fermo al 25 luglio – si può ben definire il capoluogo provinciale dei contagi o, se si preferisce, la maglia nera in questa speciale e poco lusinghiera disciplina niente affatto olimpica.
Il virus e le sue varianti, insomma, nella città federiciana – alle prese con gli eventi estivi – galoppano, eccome. Galoppano un po’ ovunque, a dire il vero, ma ad Oria, obiettivamente, più che altrove. E le persone infette hanno, nella provincia, un’età media di 23 anni.
Sono i dati diffusi dall’Asl di Brindisi – Unità operativa di epidemiologia a “parlare”: Oria 33, Brindisi 21, Fasano 19, Francavilla Fontana 16, Ostuni 12, Mesagne 8, San Michele Salentino 6, San Pietro Vernotico 6, Latiano 4, San Pancrazio Salentino 4, San Vito dei Normanni 4, Cellino San Marco 3, Cisternino 3, Torchiarolo 3, Carovigno 2, Ceglie Messapica 2, Villa Castelli 1, Erchie 0, San Donaci 0, Torre Santa Susanna 0.
Nel periodo compreso tra il 24 febbraio 2020 e il 25 luglio 2021, sono stati sottoposti a tampone molecolare per la ricerca di Sars-CoV-2 in totale 120.511 residenti nella provincia di Brindisi, ovvero 308,6 soggetti ogni 1.000 residenti. Per 97.168 (80,6%) soggetti sottoposti a test è definito il fattore di rischio per cui è stato predisposto il tampone; si osserva come il test effettuato per “caso sospetto” rappresenti la motivazione di esecuzione del tampone in circa il 44% dei casi. Dei 120.511 soggetti sottoposti a tampone molecolare, 19.910 (16,5%) sono risultati positivi al test, con una incidenza cumulativa stimata pari a 509,9 casi x10.000 residenti; si osserva un nuovo aumento dei casi.
I positivi comprendono 10.251 donne (51,5%) e 9.659 uomini (48,5%) e l’età mediana è pari a 44 anni; si osserva nelle ultime due settimane una brusca diminuzione dell’età mediana dei casi.
Il tasso di letalità è pari a 1,9%, inferiore al corrispettivo tasso pugliese del 2,6%. All’aumentare dell’età si osserva un incremento di tale tasso, mentre nella fascia 0-29 anni non si registrano decessi. Sono 381 i decessi totali: 299 casi tra persone che hanno tra 70 e 90 anni e più; 52 tra i 60 e i 69 anni, 22 casi tra i 50 e i 59, 6 casi tra i 40 e i 49, e 2 nella fascia 30-39.
Insomma, un quadro che richiama a maggiore responsabilità ovunque, ma in particolar modo nei posti in cui l’incedere della quarta ondata sembra fare più danni. Al di là delle libertà provvisorie, dei vaccini e dei sollazzi estivi, c’è ancora molto da stare attenti. L’esempio e i fatti possono e devono partire dalle Amministrazioni comunali. La pandemia è tuttora in corso e, di questo passo, il colonnello autunno e il generale inverno potrebbero nuovamente e tristemente tornare a far sentire i loro fatali “morsi”.