Condannata in primo grado, assolta in secondo. La Corte d’Appello di Lecce ha riformato, infatti, la sentenza di condanna a quattro mesi (e al pagamento delle spese processuali e dei danni alla parte civile) emessa dal Tribunale di Brindisi il 6 ottobre 2017 nei confronti di una 48enne francavillese, finita a processo per tentata violenza privata continuata nei confronti dell’ex marito, al quale – secondo l’accusa – aveva in più occasioni negato di vedere la figlia minore.
Tra le cose lamentate, oltre al fatto di non poter vedere la figlia, una frase in particolare: “Stai lontano dal mio compagno altrimenti ti fazzo spaccà lu c..o”
Secondo i giudici, sarebbero state insufficienti le prove a carico della donna, difesa dall’avvocato Fabio Zecchino del Foro di Brindisi. In buona sostanza, la condanna dell’imputata era avvenuta sulla scorta delle dichiarazioni della persona offesa, ritenuta portatrice di un interesse economico piuttosto esplicito ma anche di rancore nei confronti dell’ex consorte a seguito di una denuncia-querela da lui subita per stalking e altri presunti reati.
Ora starà alla controparte, consigliata dal suo legale, decidere se ricorrere o meno in Cassazione per eventuali motivi di legittimità.