Tredici condanne e un’assoluzione nell’ambito del processo in abbreviato scaturito dall’operazione di polizia giudiziaria denominata “Family Affairs” (per via della conduzione a carattere familiare), scattata nelle prime ore del mattino del 2 novembre 2020. Quel giorno, i carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana – diretti dalla Dda di Lecce (pm Giovanna Cannarile) e in esecuzione di un’ordinanza firmata dal Gip del Tribunale salentino (Giulia Proto) – sgominarono un presunto sodalizio dedito al traffico di stupefacenti e, per alcuni degli imputati, alla detenzione illecita di armi ed esplosivo: difatti, furono anche trovati un mitragliatore kalashnikov e 25 chili di tritolo.Ieri (martedì 13 luglio) le prime sentenze, con condanne ridotte di un terzo della pena per via dell’abbreviato. Il gup del Tribunale di Lecce, Laura Liguori, ha ritenuto colpevoli:
- Giuliano Parisi, 40enne, alias “Dottore” (14 anni e otto mesi di reclusione);
- Damiano Parisi, 62enne, alias “Nonno” (sette anni e otto mesi di reclusione);
- Gabriele Eupremio Balestra, 29enne, alias “Avvocato” (13 anni di reclusione);
- Giuseppe Candita, 23enne, alias “Peppo Cocu” (sette anni e otto mesi di reclusione);
- Maria Lucia Fanelli, 36enne, (quattro anni e otto mesi di reclusione);
- Marco Manelli, 33enne, (quattro anni e sei mesi di reclusione);
- Pietro Padula, 49enne, (sette anni e sei mesi di reclusione);
- Mimmo Maggio, 27enne, alias “Lasciu Lasciu” (sei anni e dieci mesi di reclusione);
- Claudio Orlando, 28enne, (quattro mesi di reclusione e 600 euro di multa);
- Emanuele Gelo, 22enne, (quattro anni e sei mesi di reclusione);
- Mimma D’Amone, 29enne, (quattro mesi di reclusione);
- Vincenzo Gelo, 29enne, (un anno e quattro mesi di reclusione più ottomila euro di multa);
- Vincenzo Pace, 26enne, alias “Bomboletta” (un anno e dieci mesi di reclusione più 10mila euro di multa.
L’unica assoluzione tra gli imputati – tutti francavillesi – è stata quella della 23enne Marirosa Mascia.
Nel corso delle indagini era emerso come il gruppo facesse capo a Giuliano Parisi, che si sarebbe occupato delle trattative di vendita degli stupefacenti, poi consegnati ai pusher, grazie al presunto coordinamento di Balestra. Il 22 marzo 2017 fu arrestato Giuliano Parisi e il pallino, da lì in poi, sarebbe passato al padre Damiano, aiutato da Balestra. Dall’inchiesta spuntarono contatti ma anche divergenze con altri gruppi criminali locali e persino un abboccamento con un esponente della Sacra corona unita, cui sarebbe stato chiesto di poter operare in pace.
Le persone condannate, per il tramite dei propri legali, potranno successivamente ricorrere in appello e successivamente tentare la via della Cassazione, terzo e ultimo grado di giudizio, per eventuali motivi di legittimità.