di Eliseo Zanzarelli
Dopo l’interruzione della trattativa con la proprietà, finalizzata al cambio di destinazione d’uso e alla riapertura del castello di Oria, la Giunta guidata dalla sindaca Maria Lucia Carone ha deciso (con delibera del 25 giugno 2021) di chiedere i danni derivati – negli anni scorsi – da reati urbanistici e ambientali. L’iniziativa legale, caldeggiata di recente anche da otto cittadini, tra i quali quattro consiglieri comunali, deriva dalle condanne di 12 persone – tra proprietari e tecnici – ritenute responsabili degli abusi durante i lavori di restauro del monumento simbolo. Il Comune si era costituito parte civile in quei processi e dunque ora, seppure con un certo ritardo, bussa a denari proprio come statuito dai giudici penali.
L’esecutivo cittadino, infatti, chiede ora in sede civile i danni patrimoniali e non patrimoniali (lesione dell’immagine), oltre che le spese legali sostenute per stare in giudizio. Si scopre, infatti, che a distanza di anni non erano ancora stati recuperati i soldi liquidati per quei contenziosi.
Il dibattito degli ultimi giorni, anche piuttosto acceso, quindi, sembra aver smosso le acque, anche perché uno dei provvedimenti in questione – ordinanza della Corte di Cassazione – risale al 20 luglio 2016 e l’azione risarcitoria si sarebbe, altrimenti, potuta prescrivere quindi tra 22 giorni. Più recente e non ancora definitivo il secondo provvedimento, ossia la sentenza della Corte d’Appello di Lecce a conferma della precedente resa dal Tribunale di Brindisi: 18 ottobre 2019.
I danni possono comunque essere rivendicati e quantificati in entrambi i casi, con le somme che confluirebbero nelle casse dell’ente, rappresentando peraltro una boccata d’ossigeno in un periodo complesso come quello attuale.