Quando si avverte un desiderio improvviso e urgente di urinare, spesso in maniera irrefrenabile, si ha a che fare con la sindrome da vescica iperattiva, una situazione che determina un incremento della frequenza minzionale. Presente sia tra le donne che tra gli uomini, questa sindrome è diversa rispetto all’incontinenza urinaria; la vescica iperattiva bagnata, invece, è più frequente tra le donne. I sintomi più frequenti sono rappresentati da una necessità improvvisa di urinare che si fa fatica a gestire e dal numero di volte in cui si urina: addirittura più di 8 nel giro di 24 ore. Negli uomini, la sindrome può essere accompagnata da incontinenza urinaria da urgenza, vale a dire lo sgocciolamento successivo alla minzione. Le persone che soffrono di tale sindrome, inoltre, devono alzarsi spesso di notte per andare a fare la pipì.
La diagnosi
In molti casi vengono eseguiti degli esami il cui scopo è quello di verificare l’integrità nei pazienti delle funzioni neurofisiologiche e di quelle neuroanatomiche, tanto al momento del riempimento vescicale quanto in fase di svuotamento. Si tratta di accertamenti che servono a verificare le condizioni del sistema nervoso autonomo periferico, visto che il controllo volontario della minzione è localizzato in corrispondenza della corteccia frontale. Ebbene, tale controllo viene meno nel caso della vescica iperattiva.
Altre patologie organiche
Non essendo più regolato, il detrusore si contrae da solo nel momento del riempimento vescicale o anche in seguito; in alcuni casi, il solo comparire dello stimolo può innescare una minzione istantanea. Va tenuto presente, in ogni caso, che anche altre patologie organiche possono causare la vescica iperattiva: si pensi, per esempio, a neoplasie vescicali o alla presenza di calcoli, ma anche a infezioni croniche delle vie urinarie e, negli uomini, all’iperplasia prostatica. Sono tutte condizioni che hanno in comune gli stessi sintomi.
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L’esame urodinamico
L’esame urodinamico permette di verificare con sicurezza l’esistenza di contrazioni detrusoriali involontarie, relative alla muscolatura liscia della parete vescicali, tali da causare l’iperattività detrusoriale. Si tratta di un esame invasivo, però: per questo può essere evitato visto che la diagnosi può essere anamnestica. Tuttavia, se lo specialista ha il sospetto della presenza di una ostruzione cervico-uretrale, è indispensabile l’esame urodinamico, che può eventualmente essere abbinato a una cistografia. Per verificare l’esistenza di infezioni delle vie urinarie servono, invece, esami delle urine e urinocoltura. Infatti, tali infezioni hanno sintomi in comune con la vescica iperattiva.
L’esame obiettivo
È necessario tenere conto dell’assunzione di medicinali, di eventuali interventi chirurgici a cui il soggetto si è sottoposto in passato e della funzionalità intestinale. L’esame obiettivo prevede in primis l’ispezione e la palpazione addominale. Per verificare la funzionalità e la sensibilità dei muscoli del pavimento pelvico, invece, si procede a un esame perineale. Con l’esplorazione vaginale è possibile indagare sia sulla condizione estrogenica che sulla presenza di prolassi, mentre l’esplorazione rettale serve a verificare sia negli uomini che nelle donne il tono dell’ano (oltre che la ghiandola prostatica negli uomini). Infine, si può prevedere uno stress test, utile per ravvisare se è presente anche una incontinenza da sforzo.
Quale terapia è necessaria
Il trattamento conservativo rappresenta una buona soluzione per la vescica iperattiva idiopatica, con la riabilitazione perineale e la terapia farmacologica. Questa comprende il ricorso a medicinali antimuscarinici, che svolgono un’azione antagonista rispetto ai recettori muscarinici che si trovano nell’epitelio vescicale e nel detrusore. Si fa affidamento su questi farmaci per contenere i sintomi di incontinenza da urgenza. Ad ogni modo si tratta di farmaci che hanno anche delle controindicazioni, visto che possono favorire la comparsa di stipsi ostinata, di reflusso gastroesofageo o di glaucoma ad angolo chiuso: ecco perché il loro impiego deve essere valutato con la massima attenzione.
La riabilitazione perineale
Per favorire l’inibizione delle contrazioni involontarie della vescica si può propendere anche per la terapia di riabilitazione perineale basata su biofeedback ed elettrostimolazione funzionale. in sostanza, la tecnica fa sì che il desiderio di urinare possa essere gestito in maniera efficace: si attiva, infatti, il riflesso di chiusura allo sforzo che caratterizza la muscolatura del perineo. La neuromodulazione dei nervi periferici è un’altra soluzione che può essere presa in considerazione per la cura del problema: si stimola il nervo tibiale posteriore, situato vicino alla caviglia, perché qui sono presenti fibre motorie e sensitive che provengono dalle radici spinali da cui hanno origine fibre che innervano la vescica.