di Eliseo Zanzarelli
Tre medici su sei del reparto di Cardiologia dell’ospedale “Dario Camberlingo” di Francavilla Fontana non hanno (ancora?) aderito alla campagna di vaccinazione anti-Covid. Così, il reparto rischia di andare in forte sofferenza, se non addirittura di essere temporaneamente chiuso. Stupisce anche l’ospedale “Antonio Perrino” di Brindisi, dove nel personale sanitario i recalcitranti sono in tutto 15: quattro medici e 11 tra infermieri e operatori socio-sanitari.
Il problema è che però tra gli assenti nelle liste dei vaccini vi sono medici anestesisti e rianimatori, un reparto, quello di Anestesia e Rianimazione strategico nella lotta alla pandemia. E figure, quelle in ciò specializzate, molto, molto rare nel panorama medico-chirurgico nazionale.
Quindi, il problema è in questo caso ben più serio rispetto a quello che pur comporta Cardiologia a Francavilla Fontana. Il direttore generale della Asl di Brindisi, Giuseppe Pasqualone, in attesa di provvedimenti uniformi sul piano nazionale o quantomeno regionale, ha intanto disposto che il personale sanitario “no vax” sia sospeso dal servizio e se ne resti dunque a casa in ferie forzate.
Ma in provincia di Brindisi la presunta contrarietà al vaccino non è limitata soltanto ai presìdi sanitari – ciascuno ha le sue grane – bensì si estende anche al comparto amministrativo della stessa Azienda sanitaria locale. Infatti, in totale – compreso quindi il personale sanitario – a non aver risposto presente sono stati finora in 200 circa. Perlopiù, cioè amministrativi.
Ma il dato è abbastanza alto, anche perché se provvedimenti, ritenuti severi ma giusti, come quello che ha interessato i sanitari dovessero essere estesi anche agli amministrativi, si rischierebbero intoppi mica da poco anche nella gestione quotidiana degli uffici.
Chissà che tempo e provvedimenti delle Autorità non inducano gli interessati a più miti consigli.
