Secolari non lo erano, ma storici sicuramente sì. Sta facendo molto discutere il “repulisti” netto in corso nei giardini pubblici di Oria, dove negli ultimi diversi alberi di pino sono stati segati di netto. L’intervento pare sia collegato a progetto di riqualificazione del polmone verde e, in particolare, del viale principale che affaccia sull’ingresso. L’operazione non è sfuggita ai cittadini che, infatti, protestano per strada – per ciò che di questi tempi è loro concesso – e soprattutto sui social: ma come, era proprio necessario recidere?, la domanda più frequente. In fondo, dopo così tanti anni – stando a chi ricorda, circa 40 – si finisce per affezionarsi anche al verde pubblico. Perplessità sono state espresse non solo da chi a quelle ampie, sempreverdi e ombreggianti fronde era semplicemente legato, ma anche da personalità qualificate. Si è espresso con stupore sull’argomento, ad esempio, il consigliere comunale (di maggioranza) Barsanofio Chiedi, archeologo e alto rappresentante dell’Archeoclub regionale, dichiaratosi all’oscuro di tutto e dettosi pronto ad approfondire la vicenda. Ma la questione è finita anche sotto la lente d’ingrandimento dell’agronomo Enrico Pignatelli: “Ancora una volta si abbatte la cieca scure sul verde pubblico di Oria! Sapevo che i lavori sul viale principale della villa comunale erano per rifacimento della pavimentazione. Invece oggi mi hanno avvisato che hanno abbattuto tutta una fila di alberi di pino domestico (pinus pinea). Certo che le radici dei pini possono rompere il pavimento dei viali, ma siamo sicuri che non si potesse risolvere il problema diversamente? Ritengo che, almeno in una villa comunale, la priorità debba essere data alla bellezza delle piante ed all’ombreggiamento delle stesse. Invece, anche in questo progetto, hanno pensato alla bellezza del pavimento da allestire per qualche sfilata con tacchi a spillo o al pericolo che qualche pigna potesse cadere sulla testa del passante distratto (… dai tacchi a spillo)?”, ha scritto sul suo profilo facebook. Insomma, una cosa è certa: quei pini sono stati appena abbattuti e si sono trasformati in legna da ardere o smaltire. Se fosse evitabile procedere a questo modo, non si è ancora capito.
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