Fino a due anni fa, quello pre-pasquale era il periodo in cui piazze, vie e viuzze di Francavilla Fontana pullulavano di gente per i Riti della Settimana Santa: celeberrimi, molto attesi e seguitissimi il pellegrinaggio dei “pappamusci” e la processione dei Misteri. Una settimana tra fede, spiritualità e – perché no? – anche aggregazione, quella che precede la Resurrezione.
Dal 2020, purtroppo, non è del tutto così. Dopo le dolorose rinunce dello scorso anno, quando la pandemia da Covid-19 era soltanto agli inizi, e le speranze per l’anno a seguire, ecco che pure questo 2021 sarà contraddistinto da celebrazioni in tono decisamente minore: il necessario – perché al significato intimo della Pasqua è giusto non derogare – ma niente che possa favorire occasioni di assembramento, nel pieno rispetto delle normative anti-contagio sposate peraltro anche dalla Diocesi di Oria.
Non ci saranno pellegrini scalzi in giro e non ci saranno neppure le processioni, nessun tipo di processione, in giro per la Città degli Imperiali. Una notizia per ora solo ufficiosa, dato che nei prossimi giorni sarà il vescovo Vincenzo Pisanello a dover esprimere il suo parere e a comunicare la sua decisione.
Ma si tratta soltanto di attendere qualcosa che appare scontato, considerato l’andamento della situazione epidemiologica, persino peggiore – a queste latitudini – rispetto a quella di un anno addietro. Sarebbe obiettivamente impossibile, infatti, garantire all’aperto e per lunghe percorrenze il rispetto del distanziamento sociale e diverrebbe troppo alto il rischio contagio.
Così, dopo l’eccezione di 365 giorni fa, sarà confermata l’irritualità dei Riti della Settimana Santa. Sperando che nel 2022 si possa finalmente e per davvero tornare a perpetuare una tradizione plurisecolare, tra le più sentite in Puglia e anche oltre i confini regionali.
