Era il 6 giugno 2018. Un nutrito gruppo di cittadini residenti o dimoranti nelle zone delle contrade Santoro, Salinelle e San Cosimo, ad Oria, segnalò con un esposto alle Autorità competenti – in particolare, commissario straordinario del Comune, dirigente dell’Ufficio igiene e sanità dell’Asl di Brindisi, comandante della Stazione carabinieri di Oria e Questura di Brindisi – una presunta “situazione di grave pericolo per la salute pubblica in cui sono costretti a vivere a causa di un odore nauseabondo, aria irrespirabile in località Oria zona industriale Pip derivante da trattamento e/o incenerimento di scarti di macellazione, ossa animali da parte di una non ben individuata ditta del posto”.
Odore che avrebbe anche provocato “una situazione di malessere con conati di vomito sia negli adulti che nei bambini che accusano anche dei malori a causa del forte e penetrante olezzo anche in virtù delle alte temperature che rendono ancor più insopportabile quella presenza maleodorante”. Dopo poco, nell’ottobre dello stesso anno, furono avviate le indagini passate nel tempo nella titolarità della Dda di Lecce e sfociate proprio quest’oggi nell’operazione “Sangue Amaro“, condotta tra Oria, Francavilla Fontana e altre località della Penisola dai carabinieri del Nucleo tutela ambiente e dai colleghi forestali, oltre che da quelli dipendenti dai Comandi locali.
Sono state arrestate otto persone e provvedimenti cautelari reali (sequestri) sono stati disposti dal Gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura antimafia, anche a carico di diversi opifici coinvolti in un traffico nella gestione associati di rifiuti e in particolare nello sversamento in terreni di campagna e in cisterna di sangue animale, a dispetto delle normative in materia.Insomma, sebbene non sia stata acclarata la combustione di resti di macellazione, i militari dell’Arma si sono comunque concentrati su mattatoi e ditte di smaltimento, i cui responsabili dovranno ora dimostrare la propria eventuale estraneità ai fatti.
Che qualcosa non andasse – è proprio il caso di dirlo – si respirava nell’aria da tempo, così a naso. I sospetti dei cittadini, che nell’occasione di rivolsero all’associazione dei consumatori Asdico e all’avvocato Pasquale Fistetti, si sono rivelati nel tempo piuttosto fondati, sempre che le ipotesi di reato contestate agli odierni indagati si riveleranno successivamente fondate e reggeranno a processo.
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