Di seguito il messaggio di un lettore, che proprio non ci siamo sentiti d’ignorare e ne capirete il perché:
“Sono originario di Francavilla Fontana, vivo in Veneto e qui lavoro. Il 26 dicembre, i miei genitori festeggeranno i loro 50 anni di matrimonio. In un periodo storico normale saremmo stati insieme, ma stavolta io non ci sarò.
Non lo avrei neppure chiesto di dedicargli un pensiero pubblico ma questo è un anno maledetto. Per dire, a marzo mio nonno ha festeggiato i 100 anni e la festa, se pur intima e con poche persone, l’ho vissuta a distanza per senso di responsabilità e di dovere verso le persone a me care e verso gli altri. L’Amministrazione comunale gli ha pure dedicato una targa. Poi, purtroppo, mio nonno è deceduto. Ho vissuto il dolore anche in quel caso a distanza e, anzi, ringrazio voi dello Strillone per averlo ricordato e avermelo fatto sentire più vicino.
Ora, anche per motivi di lavoro, sono impossibilitato e non potrò tornare al Sud. I miei genitori, persone dal grande senso di responsabilità e rispetto delle istituzioni festeggeranno il loro 50esimo di nozze in forma privata e religiosa. In tanti si lamentano perché impossibilitati nel poter godere di un solo giorno con i propri cari e io non li critico, anzi sono rispettoso dell’altrui pensiero ma credo che vada dato maggiore risalto all’amare i propri cari rispettando e garantendo la loro salute anche quando per fare questo si è costretti a non vederli e abbracciarli… I miei hanno una sola nipotina di 2 anni e il Natale rappresenta da sempre un momento di gioia e di riunione, di valori e tradizioni. Vi ringrazio per la possibilità che mi date di fare loro degli auguri a distanza, ma almeno pubblici a papà Francesco Lamendola e mamma Giovanna Leone.
Prima o poi torneremo ad abbracciarci, vostro figlio Gianni”.
