25 novembre: ad Oria una panchina rossa permanente e “parlante”. No violenza sulle donne per 365 giorni l’anno

L’Amministrazione Comunale di Oria, pur con le restrizioni dovute alla pandemia, non ha voluto mancare questo appuntamento con un segno tangibile e permanente della sensibilità nei confronti di un problema così grave, che attraversa tutte le fasce della società.
L’iniziativa, proposta dalla Consigliera Rita Labbro Francia, delegata alla redazione del Regolamento per la costituzione della Commissione Pari Opportunità, e sposata con entusiasmo dal Sindaco Maria Carone e dall’Assessore ai Servizi Sociali Cosimo Delli Santi, ha visto la collocazione di una panchina rossa, diventata ormai il simbolo della memoria delle donne vittime di femminicidio, nella piazzetta situata lungo Via Latiano, all’intersezione con Via Tripoli e Via Epitaffio.
Il luogo è stato scelto per la grande visibilità che offre, situato su una strada di intenso traffico e di accesso alla città, proprio per dare ampio risalto alla installazione il cui fine è quello di sensibilizzare quanto più possibile la cittadinanza al grave problema della violenza sulle donne, spesso perpetrata in ambito familiare e, per questo, di difficile emersione.
Ma come spesso accade, per ottenere un bel risultato occorre una bella squadra – dice la Consigliera Labbro Francia – e per questo io personalmente insieme a tutta l’Amministrazione Comunale vogliamo esprimere il nostro più sentito ringraziamento ai tanti giovani oritani che hanno collaborato alla realizzazione del progetto, mettendo a disposizione le loro competenze e capacità.
Il Maestro Francesco Strabone, giovane artista oritano laureatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, al quale avevo chiesto di provvedere alla decorazione – prosegue Labbro Francia – è andato oltre.
Queste le sue parole nella presentazione del progetto: “La panchina rossa non vuole essere un elemento decorativo, ma un messaggio. E’ per questa ragione che non presenta alcun tipo di ornamento, è solo una panchina rossa con addosso un marchio privo di valore estetico. Si tratta di un codice QR che conduce a una piattaforma in cui è possibile ascoltare le testimonianze di alcune donne vittime di violenza. La panchina rossa è un mezzo per sensibilizzarci utilizzando lo stesso mezzo che potrebbe usare chi è meno fortunata per salvarsi: raccontare l’abuso”.
Fondamentale è stato l’apporto ed il sostegno della Dottoressa Rosaria Mancuso che ha curato la ricerca e l’adattamento dei testi.  Mentre la Psicologa Simona Delli Santi e l’Avvocato Francesca Durante – attrici amatoriali della Compagnia Teatrale Ka-Tet Destini Teatrali, oltre che particolarmente sensibili all’argomento per i rispettivi ruoli lavorativi – hanno dato voce alle vittime grazie al sapiente supporto tecnico del Maestro Vincenzo Pescatore, musicista e compositore, laureato in pianoforte e specializzato in composizione di musica da film e videogames presso il Conservatorio Tito Schipa di Lecce e l’ADSUM Formazione di Eccellenza.
Non da ultimo il nostro ringraziamento va la Signor Antonio Biasi che ha prestato i suoi mezzi e la sua opera per il trasporto ed il posizionamento.
“La cosa più difficile – scriveva Primo Levi – sarà essere creduti”. Perché non sempre il male trova ascolto
La panchina rossa di Oria, allora, non sarà solo un oggetto statico ma avrà la capacità di interagire con chi vorrà “ascoltarla”.

 

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