Lettera aperta di una mamma alla ministra Azzolina: «Con le scuole chiuse, a fallire è un’intera società»

A Lei, Ministra Azzolina, primo garante della tutela del diritto allo studio, alla socializzazione, alla condivisione e al confronto di idee dei nostri figli chiedo aiuto.
Saprà che in Puglia le scuole di ogni ordine e grado sono state chiuse per effetto di un’ordinanza regionale, con la seguente motivazione del Prof. Pier Luigi Lopalco, neo assessore alla sanità della giunta del governatore Michele Emiliano: “Ciascun evento di positività attiva una ingente carico di lavoro sul servizio sanitario. Essendo i soggetti inseriti in una classe, uno studente positivo genera almeno una ventina di contatti stretti più quelli familiari. Se ad essere positivo è un docente che ha in carico più classi, questo numero si moltiplica ulteriormente. Tradotto significa: migliaia di persone in isolamento fiduciario di almeno 10 giorni per contatto stretto, con tutti i disagi a carico delle famiglie specie quando sono i più piccoli a essere messi in quarantena. Ma significa anche migliaia di ore di lavoro per gli operatori dei dipartimenti di prevenzione, perché devono effettuare i tamponi, la sorveglianza sanitaria e le attività di tracciamento, a cui si aggiunge l’enorme carico di lavoro dei laboratori per l’analisi dei tamponi. Inoltre gli studi dei pediatri nelle ultime settimane sono stati presi d’assalto dalle centinaia di genitori che avevano bisogno dei certificati per la riammissione a scuola.”
Le chiedo, dunque, aiuto per coloro i quali sono, evidentemente ancora una volta, figli di un Dio minore, figli di una terra nella quale le donne madri e lavoratrici sono costrette a scegliere se cedere al ricatto occupazionale, al lavoro stagionale, precario e nero in nome di qualcosa di freddo, asettico che ha il nome di “didattica a distanza”, perché, Ministra, saprà bene che lasciare soli i figli minori in casa dinanzi al pc è perseguibile penalmente.
Secondo quanto dichiarato dal Prof. Lopalco in Puglia la soluzione più semplice è stata quella di chiudere le scuole, chiudere la porta e lasciare a casa gli indifesi, coloro i quali, come soldatini, hanno rispettato le regole ed ora pagano le colpe degli adulti.
Chieda, gentile Ministra, al Prof. Lopalco, quanti alunni della scuola primaria sono positivi al Covid-19? Chieda, quanti di questi hanno in famiglia fratelli o sorelle maggiori? Le conclusioni Le trarrà da sola.
Bambini, tra i sei e dieci anni, che si disperano dinanzi al pc, che freddo si sostituisce allo sguardo amorevole dell’insegnante.
È il fallimento di una società che parla di formazione, di nuove generazioni come piantine che diverranno splendidi alberi e, al tempo stesso, taglia le radici di quelle piante, forma con la paura, insegna loro a chiudere la porta quando c’è un problema.
Siamo chiamati a giustificare le assenze durante la DAD, peccato però che lo spazio a disposizione per scrivervi la motivazione non consenta di dire la verità: “Siamo donne che da un giorno all’altro devono scegliere se continuare ad essere lavoratrici o solo mamme”.
Oppure le insegnanti, in Puglia, possiamo usarle anche come baby sitter a distanza? Scarichiamo magari una nuova, innovativa App, attraverso la quale ci comunicano, mentre noi siamo a lavoro, se i nostri figli sono seduti composti dinanzi allo schermo.
Ancora una volta il Mezzogiorno d’Italia conquista un triste primato, la Puglia da sempre terra di accoglienza, non riesce a garantire ai suoi figli gli stessi diritti di chi ha avuto la fortuna di nascere nel territorio italiano compreso tra Roma e le Alpi.
Nessuna nota polemica, Ministra, risparmio energie per organizzare la giornata mia e dei miei figli, non chiedo risposte a domande complicate, Le chiedo solo perché? Perché i nostri figli pugliesi sono, ancora una volta, figli di un Dio minore?
Una mamma
(Non è importante il mio nome né la mia professione, ora più che mai, sono solo una madre)
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