Di seguito il racconto di una mamma francavillese dopo l’esperienza vissuta con suo figlio nell’attesa di effettuare un tampone Covid:
“Mio figlio di 12 anni, lunedì 12 ottobre, inizia ad avere sintomi influenzali per cui decido di non mandarlo a scuola già dal giorno seguente. Contatto la pediatra, che visita il bambino, e giovedì 15 invia segnalazione all’ASL per l’esecuzione del tampone, in quanto i sintomi sono riconducibili al Covid 19.
Fin qui tutto bene e dopo 3 giorni mio figlio potrebbe rientrare a scuola.
Aspettiamo la telefonata da parte dell’ASL, ma dopo qualche giorno decido di chiamare direttamente al numero fornito dal sito dell’ ASL.
Venerdì’ 23 ottobre riesco a prendere la linea e mi risponde un’operatrice gentilissima che mi dice che hanno avuto problemi con le e-mail inviate dai pediatri.
Mi prenota per il giorno successivo e mi dice di recarci presso il drive in dell’ospedale Perrino di Brindisi. Arrivati lì, all’orario da loro indicato, ci siamo ritrovati a fare una fila di due ore, nonostante l’organizzazione e la professionalità del personale sanitario addetto all’esecuzione dei tamponi.
Ciò che non mi spiego è come si intenda prevenire e contenere l’epidemia se passa tanto tempo prima di riuscire ad eseguire un tampone.
Intanto mio figlio dovrà aspettare ancora 2- 3 giorni per sapere l’esito e se dovesse risultasse positivo solo allora i familiari conviventi saranno costretti a starsene in casa.
Voglio sperare che venga potenziato il dipartimento di prevenzione così come i servizi pubblici in modo da garantire il diritto allo studio dei nostri figli.
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