All’Istituto tecnico tecnologico “Enrico Fermi” le classi entrano a scaglioni: due gruppi, una settimana ciascuno. Ieri, quindi diversi studenti sono dovuti rimanere a casa dopo aver appreso, qualche ora prima, di non essere nel gruppo che avrebbe cominciato le lezioni in presenza il 24 settembre. È quanto stabilito dalla direzione della scuola per contenere i contagi da Covid-19. Solo che ai genitori questa scelta non va proprio a genio e, a titolo di esempio, si riporta qui di seguito lo sfogo di una mamma:«Ero felice della ripresa, dopo aver vissuto il lockdown in maniera abbastanza serena grazie alla didattica a distanza garantita dalla scuola, ma ieri il rientro è stato organizzato in modo poco efficiente in quanto metà classe ha avuto diritto alla presenza a scuola mentre la restante parte è rimasta a casa senza didattica a distanza… La domanda nasce spontanea: il diritto all’istruzione non è più uguale per tutti? Ci dovrà essere un nuovo lockdown per garantire a mio figlio la didattica a distanza per istruirsi? Aiutatemi a capire o, meglio spiegatemi cosa c’è che non va nella suddetta scuola. Mio figlio potrà stare in classe da lunedì prossimo e per tutta la settimana, poi nuovamente una settimana a casa.Nei giorni scorsi una circolare ci aveva garantito la didattica a distanza, ma un giorno prima che ripartisse la scuola con un’altra circolare ci è stato comunicato che il servizio non è al momento garantito».
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