Sabato scorso 5 settembre, prima in piazza Lorch, poi in piazza Donnolo, ad Oria, si è tenuta la scopertura della targa d’intitolazione di una viuzza al capitano dei bersaglieri Luigi Corrado, che Gabriele D’Annunzio definì “poeta combattente” e “compagno valoroso ed eloquente”. La viuzza è quella che collega la stessa piazza Donnolo e l’ultimo tratto (o il primo, a seconda del punto d’osservazione e del senso di marcia) di via Fratelli Bandiera, intersezione con via Francavilla Fontana.
La cerimonia è stata tanto solenne quanto partecipata e caratteristica, considerata la presenza di autorità civili e militari e della fanfara del Corpo dei bersaglieri, che si è esibita lungo il tragitto tra le due agorà cittadine. Oltre che la sindaca Maria Lucia Carone, scortata dal comandante della polizia locale Luigi Salerno Mele e accompagnata da altri dipendenti comunali, alla cerimonia hanno preso parte la vice e capo di gabinetto del prefetto di Brindisi Maria Antonietta Olivieri, il professor Giuseppe D’Amico nella sua qualità di storico locale e il generale della guarda di finanza Corradino Corrado, discendente del capitano Luigi.
L’intitolazione è avvenuta in forza di una scelta adottata nel 2017 dall’Amministrazione allora guidata dal sindaco Cosimo Ferretti, con la quale, di fatto, si spostava di una traversa più in là una precedente intitolazione: quella in onore di don Rocco Gallone.
Sin qui tutto liscio, insomma. Se non fosse però che di partecipare non hanno proprio voluto saperne i componenti dell’Associazione combattenti e reduci della Sezione “Cosimo Mazza” di Oria. Il motivo?
È presto spiegato. Gli ex militari, per il tramite del loro presidente generale Tommaso Pomarico, hanno scritto in più occasioni al Comune per spiegare come, secondo loro, prima di intitolare una strada a Corrado, sarebbe stato necessario dedicarne una ai 180 oritani Caduti della Grande Guerra.
Oltre ad aver portato esempi con tanto di nomi e cognomi di combattenti mai tornati dal fronte, l’Associazione ha ricordato come del tutto diversa sia stata la figura di Corrado che, assorbito dall’organizzazione fascista, nel secondo dopoguerra terminò la sua esistenza nascosto nel paese natìo, aiutato e sostentato dai compaesani, in quanto ricercato dai partigiani.
In una replica alle missive dell’Associazione combattenti e reduci, la sindaca Carone ha spiegato come, con la cerimonia di sabato scorso si sia semplicemente dato seguito a un iter amministrativo, avviato in precedenza e già conclusosi, e come l’attuale Amministrazione abbia comunque in animo d’individuare una via da dedicare a imperitura memoria dei Caduti oritani.
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