I nuovi episodi si sono verificati appena ieri notte al “Perrino” di Brindisi: autoambulanze in fila per ore, coi pazienti a bordo, in attesa di visite e ricoveri. Fra i trasportati anche un sospetto caso Covid, come tale sottoposto a tampone rino-faringeo. Gli operatori del 118 – sia infermieri, che soccorritori e medici – sono stremati a dover attendere così tanto per giunta con le tute di contenimento indosso e a non potersi concentrare sulle altre emergenze: le persone presenti sui loro mezzi non possono essere lasciati da soli, fuori dal pronto soccorso, ma vanno anzi tenute sotto controllo e assistite fino all’effettiva presa in carico ospedaliera. Ciò avviene, nonostante l’esperienza difficile dei mesi di marzo, aprile e maggio, già oggi, in piena estate. L’avvento di autunno e inverno, purtroppo, non lascia ben sperare che la situazione migliori. “Non c’è un’organizzazione degna di questo nome, non si è stati capaci di ottimizzare il tutto a dispetto di ciò che si è vissuto in quei mesi infernali”, sostiene un’operatrice sanitaria che, per ovvie ragioni, preferisce restare anonima. Qualcosa che preoccupa, per l’appunto, anche in ottica futura e che andrebbe affrontato e risolto prima che i disagi si moltiplichino così come sta accadendo con il nuovo aumentare dei contagi.
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