Il 15 luglio 2020 i carabinieri della Sezione Operativa del N.O.R. della Compagnia di Fasano hanno tratto in arresto su ordinanza applicativa della misura coercitiva della custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi e richiesta dalla Procura della Repubblica, che ha concordato con le risultanze degli investigatori, Mariano Barnaba, 28 anni, Giuseppe Santoro, 28 anni, 28 anni, e Francesco Tanzariello, 57 anni, tutti ostunesi. Sono indagati per rapina pluriaggravata, tentato omicidio pluriaggravato, ricettazione, detenzione e porto di armi clandestine e da guerra.Gli arrestati, infatti, già ristretti nel carcere di Brindisi nell’ambito di un altro procedimento penale (operazione “Cani Sciolti” della Compagnia Carabinieri di San Vito dei Normanni) anche per reati di natura associativa finalizzata al compimento di reati predatori, sono accusati di aver messo a segno la rapina in danno del furgone portavalori che nella mattina del 13.05.2019 stava curando il trasporto del denaro contante all’ufficio postale di Casalini di Cisternino.
Nel corso dell’assalto, i rapinatori si impossessarono di 31.000 euro in contanti che vennero prelevati dal furgone blindato preventivamente fatto oggetto di una gragnuola di colpi calibro 7.62 mm. Una delle guardie giurate venne altresì privata della pistola d’ordinanza. Immediatamente dopo l’eclatante reato si scatenò, da parte delle forze dell’ordine, una vera e propria caccia all’uomo anche mediante il supporto del 6° Elinucleo carabinieri di Bari.
Le spasmodiche ricerche consentirono in tempi rapidissimi di rinvenire e sequestrare le armi utilizzate (un Kalashnikov, una mitragliatrice Skorpion e un fucile calibro 12 con matricole abrase), l’arma sottratta al vigilantes, il veicolo, provento di furto, usato per raggiungere e fuggire dal luogo degli eventi, nonché altro materiale riconducibile agli indagati.
Il successivo sopralluogo effettuato dai militari della Compagnia carabinieri di Fasano e da quelli dalla Sezione Investigazioni Scientifiche di Bari consentì di rilevare ed esaltare, sul materiale appena rinvenuto, tracce di assoluto rilievo investigativo. Tali elementi di natura tecnico-scientifica, analizzati poi dal R.I.S. di Roma, sono stati valorizzati dalla parallela attività di indagine “tradizionale”, che coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi, ha consentito di dipingere, a carico degli indagati, un corposo quanto grave quadro accusatorio.
Non solo. Gli elementi raccolti, concordanti con quelli rassegnati dai carabinieri di San Vito dei Normanni nell’indagine “Cani Sciolti”, hanno permesso di contestare agli indagati anche il reato di tentato omicidio pluriaggravato alla luce della micidialità delle armi utilizzate e dell’indirizzamento del flusso di fuoco diretto ai cristalli del mezzo protetto, evento quest’ultimo non verificatosi solo grazie alla resistenza balistica del blindato e alla manovra evasiva dell’autista dello stesso. Gli arrestati al termine delle formalità di rito sono stati ristretti nuovamente nel carcere di Brindisi.
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